Un partito d'opposizione di sinistra ha trionfato domenica nelle quinte elezioni legislative in Kosovo da quando, nel 2008, l'ex provincia serba ha dichiarato l'indipendenza. Con lo spoglio delle schede praticamente ultimato, non ci dovrebbero essere stravolgimenti o sorprese nel risultato che attesta la netta vittoria del movimento Vetevendosje (VV) o "autodeterminazione" di Albin Kurti, che si aggiudica il 48% dei suffragi. Lontani il PDK, creato da ex comandanti ribelli della guerra d'indipendenza contro le forze serbe (1998-1999), che ha ottenuto il 17% dei voti, mentre il centro-destra LDK ha ottenuto il 13%.
Il voto si è svolto nel pieno della pandemia causata dal coronavirus che ha aggravato i problemi economici e sociali del territorio di 1,8 milioni di abitanti, dove il salario medio è di circa 500 euro e dove i giovani, di fronte a un tasso di disoccupazione del 50%, cercano la loro salvezza nell'emigrazione.
Nelle strade innevate di Pristina, una folla di sostenitori di Albin Kurti ha sfidato il freddo gelido per celebrare la loro vittoria in un concerto di corni, sparando fuochi d'artificio e sventolando la bandiera rossa albanese.
VV ha affrontato la tornata elettorale priva di figure di spicco come l'ex presidente Hashim Thaçi, incriminato a novembre dalla giustizia internazionale per crimini di guerra durante e dopo il conflitto contro le forze serbe. Ma ha ricevuto il sostegno del presidente ad interim Vjosa Osmani, 38 anni, simbolo di una classe politica di nuova generazione che ha lasciato, recentemente, il centro-destra LDK del primo ministro uscente Avdullah Hoti.
Non tutti però sostengono le proposte di un movimento un tempo noto per le sue manifestazioni violente e la retorica anti-occidentale, notano gli analisti. Albin Kurti è accusato dai suoi oppositori di mire "dittatoriali" e di rappresentare una minaccia alla relazione speciale tra il Kosovo e gli Stati Uniti.
Kosovo, si impone l'opposizione
Telegiornale 15.02.2021, 13:30