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L’inferno del 6 gennaio 2021

A due anni dall’assalto al Congresso americano, incontro con l’ex agente Michael Fanone

  • 6 gennaio 2023, 20:30
  • 20 novembre, 12:13
03:56

Due anni fa l'assalto al Congresso

Telegiornale 06.01.2023, 20:00

Di: Massimiliano Herber 

Distratti e allibiti da quel che (non) sta succedendo alla Camera dei Rappresentanti, gli Stati Uniti ricordano oggi il secondo anniversario dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. La paralisi in cui si trova il partito Repubblicano incapace di eleggere lo Speaker è causata anche dalle scorie di quel giorno dove un’orda di migliaia di sostenitori dell’allora Presidente Donald Trump cercò di bloccare la certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Quel giorno morirono 5 persone, 134 poliziotti rimasero feriti.

Per commemorare le vittime e non lasciar cadere il monito che quella giornata nera rappresenta per la democrazia americana, Joe Biden parlerà alla nazione dalla Casa Bianca anche se al termine dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta e la pubblicazione del voluminoso rapporto, l’attenzione è ormai catturata solo da quanto farà il Dipartimento di giustizia e se mai si arriverà a un’incriminazione dell’ex presidente. Nei tribunali federali i procuratori continuano il loro lavoro: 964 persone sono state incriminate, 531 sono già state condannate; recentemente alcuni rappresentanti di alcune milizie anche per cospirazione e istigazione.

Tra gli oltre cento agenti delle forze dell’ordine feriti c’è anche Michael Fanone, 42 anni, per 20 anni nel corpo di polizia metropolitana di Capitol Hill. Quel 6 gennaio 2021 non doveva essere in servizio, ma sentito dell’assalto al Congresso andò a dare man forte agli 850 colleghi intervenuti e la sua storia è diventata una delle vicende simbolo di quel giorno.

Michael Fanone

Michael Fanone.

  • RSI

Dopo la pubblicazione delle sue memorie (“Hold the Line”), il Telegiornale RSI ha incontrato Fanone e raccolto la sua testimonianza:- “Ho l’impressione di aver fatto andata-e-ritorno dall’inferno” – le sue emozioni, rivedendo le brutali immagini della body-cam indossata, la sua rabbia per le speranze tradite dopo aver votato Donald Trump nel 2016, la sua delusione per l’omertà che regna nei corpi di polizia e l’indifferenza troppo a lungo dimostrata da quei politici che lui per anni ha difeso e protetto (compreso quel giorno).

Un’immagine scattata durante la cerimonia tenutasi oggi per ricordare l’assalto al Congresso

Un’immagine scattata durante la cerimonia tenutasi oggi per ricordare l’assalto al Congresso

  • Keystone

Oggi Fanone fa il consulente alla sicurezza alla CNN, ma confessa di non amare molto il mondo dei media, rimpiange il lavoro di poliziotto e deplora le minacce subite e la solitudine in cui si è ritrovato l’indomani aver denunciato la deriva politica che ha portato all’insurrezione del 6 gennaio 2021. Perché scrivere un libro e continuare a concedere interviste, gli ho chiesto al termine delle riprese, e la sua risposta è stata laconica: “accountability”, dice in inglese, “è importante stabilire le responsabilità, e non dimenticare”. Un servizio alla memoria in un paese che da tempo ha già tratto le proprie conclusioni su quanto avvenne due anni fa e che, forse, vorrebbe dimenticare quel giorno.

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