L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) italiano continua ad aggiornare la comunità scientifica internazionale ed i siciliani sull’attività dell’Etna, che nelle scorse ore ha cessato il suo breve periodo di quiete durato 11 giorni, tanto che le autorità aeroportuali di Catania hanno deciso per la chiusra dello scalo a causa dell'emissione di cenere lavica che viene trasportata dai venti nello spazio aereo locale.
La prima forte esplosione è stata registrata il 14 dicembre nella parte nord-orientale del "Nuovo Cratere di Sud-Est". "Successivamente – scrivono dall’INGV, sono avvenute frequenti emissioni di cenere dalla stessa bocca eruttiva, passando poi ad una vivace attività stromboliana. Questa attività è stata accompagnata da un aumento della frequenza del tremore vulcanico". L'attività è proseguita da almeno due bocche eruttive, mostrando una graduale intensificazione”.
Domenica 15 dicembre, di prima mattina, è continuata l'attività stromboliana, "mostrando una molto graduale intensificazione. Una piccola colata di lava sta tracimando l'orlo sud-orientale del cratere, ed ha raggiunto una lunghezza di circa 1 chilometro", concludono gli esperti. Il fenomeno, complice la notte, è stato ed è tutt'ora visibile dalle città di Catania e Taormina.
sdr
Gallery image - L'Etna torna a farsi sentire