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La COP29 verso i tempi supplementari

Nella prima bozza di risoluzione nessuna cifra sul contributo dei Paesi ricchi a quelli poveri confrontati con i cambiamenti climatici - Il blocco arabo non molla le energie fossili

  • Ieri, 23:08
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Ci si avvia verso le battute finali

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Di: AFP/pon 

La COP29, la conferenza sul clima in corso a Baku in Azerbaigian, arranca verso la conclusione: i negoziati sono entrati nel vivo quanto al principale tema dell’incontro in corso da una decina di giorni, la “finanza climatica”, ovvero il contributo che i Paesi più ricchi del globo saranno chiamati a versare a quelli più poveri perché operino a loro volta una “transizione verde”. Le delegazioni hanno cominciato a giocare le loro carte, ma queste non combaciano: l’alleanza di 134 Stati del sud del globo chiede a UE, USA e Giappone in particolare 500 miliardi di dollari all’anno fino al 2030.

“Non lasceremo Baku senza una cifra chiara”, ha detto l’ugandese Adonia Ayebare rivolgendosi all’assemblea, ma nella prima bozza di risoluzione finale pubblicata giovedì mattina di questa cifra non c’è nemmeno l’ombra. Certo 500 miliardi paiono troppi alle maggiori economie mondiali, in particolar modo in un periodo di ristrettezze finanziarie. “Siamo profondamente inquieti per l’eclatante squilibrio del testo”, ha detto l’emissario di Washington John Podesta, mentre il commissario europeo competente Wopke Hoekstra ha parlato di “lavoro inaccettabile”.

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Osservatori talebani alla Cop29

SEIDISERA 21.11.2024, 18:00

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I Paesi del Vecchio continente sono contrariati in particolare per la posizione rigida del blocco arabo, espressa dal saudita Albara Tawfiq: “Non accetteremo nessun accordo che prenda di mira un settore specifico, combustibili fossili compresi”. Questo un anno dopo la COP28 di Dubai, conclusa sull’impegno riguardante un progressivo abbandono di gas, petrolio e carbone.

E mentre la Cina, attore chiave per trovare un equilibrio fra Paesi avanzati e in via di sviluppo, lancia segnali affinché ci si incontri a metà strada, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, di ritorno dopo il vertice del G20 di Rio de Janeiro per sostenere lo sforzo finale dei negoziatori, ha avvertito che “il fallimento non è un’opzione”. Un compromesso elaborato dalle delegazioni australiana ed egiziana non è stato ancora svelato. Venerdì è teoricamente l’ultimo giorno dei lavori, ma tutti si preparano ormai ai tempi supplementari.

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