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La Camera boccia il Mes, Italia unica in UE a dire no

Affondata la proposta di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità - UE delusa, a rischio il paracadute per le banche

  • 21 dicembre 2023, 22:58
  • 21 dicembre 2023, 22:58
meloni premier

La premier italiana Giorgia Meloni

  • Keystone
Di: ATS/ANSA/M. Ang.

La Camera italiana mette la parola fine al tormentato percorso del Mes. I voti contrari sono 184, quelli a favore 72, gli astenuti 44. Dopo mesi di dibattiti e rinvii, la proposta di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità presentata dalle opposizioni arriva al voto in Aula e viene bocciata da una parte della maggioranza che si divide, con Fdi e Lega che votano contro e Forza Italia che si astiene. Ma anche l’opposizione si divide, con Pd, Iv, Azione e +Europa che votano a favore, Avs che si astiene e i 5 Stelle, come ampiamente annunciato da Giuseppe Conte, che votano contro.

All’indomani dell’intesa dei ministri delle Finanze europei sul nuovo Patto di stabilità, l’Europa osserva basita il voto con il quale il Parlamento italiano mette la parola fine alla riforma del fondo salva-Stati.

Ora il completamento dell’Unione bancaria è a rischio - è il monito comune dai toni duri del direttore generale del Mes, Pierre Gramegna, e del presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe -, con il paracadute per le crisi bancarie previsto nella nuova versione del Mes che, senza il sì dell’Italia, non potrà più essere azionato il 1° gennaio come invece concordato da tutti i leader nel pieno della crisi del Covid.

E se per il governo italiano si tratta di un’occasione per avviare una riflessione sullo strumento, per i vertici comunitari è l’ennesima occasione persa per avvalersi di un’arma in più per difendersi dagli choc economici che - è il ragionamento che circola fino alla sede del Mes a Lussemburgo - sono “imprevedibili” e mettono a repentaglio la stabilità finanziaria dell’intera Eurozona.

Accompagnato per lungo tempo dallo stigma per il suo ruolo nel salvataggio lacrime e sangue della Grecia, il Mes farebbe da paracadute (backstop) al fondo salva-banche Srf (il Fondo unico di risoluzione europeo alimentato dalle banche stesse) scongiurando che siano i governi nazionali a dover mettere mano al portafoglio in caso di crisi creditizia. Un duplice tentativo di prevenire le crisi invece di curarle con dolorosi programmi di aggiustamento, e di contenere i rischi di contagio. Ma senza il sostegno dell’Italia, ha commentato Donohoe, viene a mancare “una pietra miliare importante verso il completamento dell’Unione bancaria”. Una Unione già tormentata dalle visioni contrapposte di falchi e colombe, con la ratifica del trattato tenuta per lunghi mesi in ostaggio anche a Berlino per un ricorso - poi respinto - promosso dai liberali tedeschi per i timori di “un trasferimento di poteri sovrani” incostituzionale e di condividere i rischi con i mediterranei.

Ora che a mancare è però soltanto l’Italia nonostante, nelle parole pronunciate da Gramegna, i benefici che il backstop porterebbe “a tutti i Paesi dell’Eurozona”, non restano che “il rispetto” del voto del Parlamento e il “rammarico” per un impegno che - ha ricordato il ministro delle Finanze irlandese alla guida dell’Eurogruppo dal 2020 - era stato assunto da tutti, Roma compresa. Del resto, aveva ammonito anche il presidente uscente del Consiglio di vigilanza della Bce Andrea Enria, nei giorni scorsi, seppur le banche europee quest’anno abbiano dato prova di “resilienza”, l’incertezza permane e la guardia va “tenuta alta”.

Un contesto davanti al quale il rafforzamento del fondo salva-banche resta un obiettivo a Bruxelles e a Lussemburgo. L’impegno dell’Eurogruppo per convincere Roma, rassicura Donohoe, “continuerà”. Ma per il momento tutto slitta, nella migliore delle ipotesi per la prospettiva comunitaria, a data da definirsi.

La sola certezza, ammette il Mes, è che la riforma resterà al palo. E che il fondo salva-Stati continuerà ad “adempiere all’importante mandato per il quale è stato creato: garantire la stabilità finanziaria nell’Eurozona”. Limitandosi però “all’ambito attuale”.

UE, via libera al patto di stabilità

Telegiornale 21.12.2023, 12:30

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