I ministri dell’Economia dell’Unione europea hanno raggiunto l’intesa sul nuovo Patto di stabilità, che prevede nuove regole “realistiche, equilibrate, adatte alle sfide presenti e future”, scrive su X (l’ex Twitter) la presidenza di turno dell’UE, detenuta dalla Spagna. “Un accordo storico”, ha dichiarato il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire.
La riforma mira a modernizzare il Patto di stabilità, creato alla fine degli anni ‘90, che limita il deficit pubblico di ogni Paese.
I principi cardine restano quelli fissati nel Trattato di Maastricht: mantenere il deficit al di sotto del 3% del Pil e il debito al di sotto del 60%, ma nelle nuove regole sono stati introdotti margini di flessibilità per evitare che il risanamento dei conti si trasformi in austerità, blocco degli investimenti e rallentamento della crescita.
Ecco i punti principali del nuovo Patto.
Riduzione del deficit
Quando il deficit eccessivo supera il tetto del 3% l’aggiustamento annuo richiesto è dello 0,5% del PIL in termini strutturali. L’accordo prevede però che il ritmo della correzione tenga conto dell’aumento della spesa per interessi, al fine di non bloccare gli investimenti più urgenti.
I Paesi con un rapporto debito-PIL superiore al 90% dovranno far scendere il livello del disavanzo all’1,5%. Per farlo servirà un aggiustamento strutturale annuo dello 0,4% per quattro anni o dello 0,25% in sette anni, calcolato al netto degli interessi sul debito con l’impegno del Paese a fare investimenti e riforme.
Riduzione del debito
Dovrà essere dell’1% annuo per i Paesi che superano la soglia di un rapporto debito-PIL del 90% e dello 0,5% annuo per chi lo ha tra il 60 e il 90% del PIL.
Periodo transitorio
Tra il 2025 e il 2027 la Commissione europea, nello stabilire il percorso di risanamento dei conti, terrà conto degli oneri degli interessi sul debito, sempre con l’obiettivo di lasciare ai Paesi spazio per gli investimenti.
Piani di spesa
I Paesi sotto procedura dovranno concordare l’uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di aggiustamento del debito. I piani ad hoc sono quadriennali e all’insegna della flessibilità potranno essere estesi a sette anni, tenendo conto degli sforzi di investimento e riforma compiuti dai governi per attuare i Pnrr.
Scostamento dai piani di spesa
Sempre all’insegna della flessibilità è prevista la possibilità di uno sforamento dello 0,3% rispetto al piano concordato.
I tempi di approvazione
L’intesa politica tra i ministri apre la strada ai negoziati con l’Eurocamera per arrivare all’accordo finale e al varo delle nuove regole entro aprile 2024.
L’accordo e le regole da rispettare
“Questo accordo prevede regole di bilancio che incoraggiano le riforme, lasciano spazio di manovra per gli investimenti e si adattano alla situazione specifica di ogni Stato membro”, ha sottolineato la sua omologa olandese Sigrid Kaag. D’ora in poi, “le regole devono essere rispettate meglio, cosa che troppo spesso è stata un problema in passato”, ha aggiunto.
L’accordo è stato reso possibile da un riavvicinamento siglato martedì sera tra Francia e Germania, da tempo su posizioni opposte.
I Paesi indebitati dell’Europa meridionale, come la Francia, insistevano su ulteriori flessibilità per proteggere gli investimenti necessari per la transizione verde e le spese militari generate dall’invasione russa dell’Ucraina.
Al contrario, i cosiddetti Paesi “frugali” del nord, con la Germania in testa, chiedevano vincoli per ottenere un’effettiva riduzione del debito in tutta l’UE.
Il tempo stringeva per concludere i dibattiti. Il Patto di stabilità è stato disattivato dall’inizio del 2020 per evitare un crollo dell’attività economica colpito dalla pandemia di Covid e poi dalla guerra in Ucraina.
Sarà riattivato il 1° gennaio. Il mancato raggiungimento di un accordo sulle nuove regole prima di tale data avrebbe compromesso la credibilità dell’UE agli occhi dei mercati finanziari.
L’UE-27 spera ora di concludere il processo legislativo prima delle elezioni europee di giugno su questo testo, che deve ancora essere negoziato con il Parlamento europeo.
La bozza di testo prevede regole più adatte alla situazione specifica di ciascun Paese. Le traiettorie di bilancio sarebbero così più realistiche e meglio applicate.
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