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La Cina non rinuncia alla forza contro Taiwan

Concluse le grandi manovre militari, ma un libro bianco pubblicato da Pechino avverte i partigiani dell'indipendenza dell'isola

  • 10 agosto 2022, 17:02
  • 20 novembre, 15:19
Rapporti tesi a cavallo dello stretto

Rapporti tesi a cavallo dello stretto

  • reuters
Di: AFP/pon 

La Cina ha annunciato mercoledì che "tutti i compiti sono stati condotti a buon fine", mettendo fine di fatto con tre giorni di ritardo rispetto al programma iniziale alle grandi manovre militari avviate in risposta alla visita di Nancy Pelosi a Taipei. Caccia e navi hanno tuttavia superato ancora una volta la linea mediana dello stretto, non riconosciuta ma generalmente rispettata. Taiwan aveva risposto martedì, con esercitazioni principalmente di artiglieria nel sud dell'isola.

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Allo stesso tempo, però, Pechino ha pubblicato un libro bianco - il primo sul tema dal 2000 - in cui afferma di non lasciare "alcun margine di manovra" ai sostenitori dell'indipendenza e "non promette di rinunciare all'uso della forza" quale ultima ratio per ottenere la riunificazione, che rimane l'obiettivo. Il viaggio della presidente della Camera statunitense è stato visto come una provocazione perché Washington, nel rispetto del principio di "una sola Cina" non intrattiene relazioni diplomatiche con Taipei e si era impegnata a non compiere visite ufficiali senza il consenso cinese. Nel contempo, però, gli Stati Uniti trattano Taiwan come un'alleata nella regione e l'hanno armata negli ultimi decenni.

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Il documento cinese - che Taipei si è affrettata a definire "senza contatto con la realtà" - illustra come riportare l'isola in modo possibilmente pacifico sotto l'ala protettrice di Pechino, in particolare attraverso incitamenti economici e "un vasto spazio di cooperazione". Taiwan - oltre 23 milioni di abitanti su una superficie inferiore a quella della Svizzera - è de facto indipendente, anche se riconosciuta come tale solo da una quindicina di Paesi, dalla fine della guerra civile del 1949.

Nancy Pelosi con la presidente Tsai Ing-wen alcuni giorni fa

Nancy Pelosi con la presidente Tsai Ing-wen alcuni giorni fa

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I nazionalisti sconfitti di Chiang Kai-Shek fuggirono sull'isola di Formosa. Il loro partito, il Kuomintang, è oggi all'opposizione. Mentre il Partito democratico progressista al potere incoraggia lo sviluppo di un'identità diversa da quella cinese ed è favorevole all'indipendenza, esso vi si oppone e propende per un rapporto più pragmatico con Pechino. Tanto che il suo vicepresidente Andrew Hsia Li-yan ha attraversato proprio mercoledì lo stretto per una visita in Cina che lo porterà a incontrare imprenditori e studenti, dopo aver concluso la quarantena anti-Covid. "Il momento è stato scelto male", ha commentato un portavoce dell'Esecutivo taiwanese. "Si manda un messaggio sbagliato alla comunità internazionale", ha detto invece la capo di Stato Tsia Ing-wen.

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