In Russia è un eroe nazionale e simbolo della supremazia sovietica nella conquista dello spazio. Stiamo parlando di Jurij Gagarin, protagonista del primo volo umano nello spazio, avvenuto esattamente 60 anni fa, il 12 aprile 1961, a bordo di una minuscola capsula.
La missione durò 108 minuti. Il tempo di compiere un’orbita attorno alla Terra e atterrare nella steppa russa.
Una missione storica. L’Unione Sovietica davanti agli Stati Uniti, e Gagarin consacrato eroe nazionale. Lui che, figlio di un falegname e di una contadina, si definiva un giovane come tanti.
A distanza di 60 anni i festeggiamenti sono in grande stile nella Russia di Putin, e Gagarin, morto in un incidente aereo nel 1968, resta l’eroe di tutti.
Celebrazioni di un passato glorioso che non possono far dimenticare le difficoltà odierne. Le autorità rassicurano: ci sono grandi progetti nel futuro, come la stazione lunare da costruire con la Cina. Ma intanto l’agenzia spaziale russa, Roscosmos, fa parlare soprattutto per le accuse di corruzione.“Roscosmos apre i concorsi per i progetti spaziali e definisce essa stessa le regole di questi concorsi. Nessuno controlla l’agenzia, nessuna struttura è chiamata a farlo”, denuncia Ivan Moiseyen, a capo dell'Istituto di politica spaziale di Mosca.
Ci sono poi le difficoltà finanziarie, quelle di innovazione e la concorrenza dell’americana SpaceX per i viaggi verso la stazione spaziale internazionale.“Tutte le riforme finora implementate sono fallite. Gli obiettivi non sono stati raggiunti. Anzi, la situazione è peggiorata”, dice Moiseyen.
Russia che rischia quindi di perdere la sua leadership nello spazio, ma che, almeno per oggi, guarda alla grandezza delle conquiste passate.