Rendere inefficaci le sanzioni americane contro l’Iran. Questo l’obiettivo del ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif, che ha concesso un’intervista esclusiva alla RSI a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU.
Durante una conversazione nella sede della missione iraniana alle Nazioni Unite, con i grattacieli di Manhattan sullo sfondo, ci ha spiegato perché crede che anche la Svizzera possa continuare ad avere relazioni commerciali con l’Iran.
L’Unione Europea ha annunciato un “meccanismo” per arginare le ritorsioni economiche minacciate da Donald Trump contro chi farà affari con Teheran.
“Vedremo in che modo i nostri amici svizzeri potranno usare questo strumento”, ha detto il ministro degli esteri iraniano, invitando banche e imprese a mantenere i rapporti con l’Iran.
MODEM del 10.10.2018 L'intervista integrale di Emiliano Bos a Mohammad Javad Zarif
rsi 10.10.2018, 11:00
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Al nostro microfono, Zarif ha ammesso che le sanzioni americane “stanno facendo pressione sulla popolazione iraniana”, assicurando che il suo paese riuscirà a contrastarle anche con l’aiuto della comunità internazionale.
Intanto queste sanzioni hanno già spaventato molte società internazionali – ma anche svizzere - che hanno sospeso o interrotto le relazioni economiche con l’Iran. Chi fa business negli Stati Uniti non vuole rischiare di subire ripercussioni sul mercato americano.
Ma le misure decise da Trump non sono condivise da UE, Russia e Cina, che insieme all’amministrazione Obama avevano sottoscritto l’accordo sul nucleare iraniano nel 2015. Qualche mese fa la Casa Bianca si è ritirata da quell’accordo, imponendo di nuovo sanzioni contro l’Iran.
Gli Stati Uniti – ci dice ancora il ministro degli esteri iraniano – “sono isolati” dopo essersi ritirati non solo da questa intesa multilaterale sul programma atomico ma anche dall’accordo di Parigi sul clima, dall’Unesco, dal Consiglio Onu per i diritti umani. “Dovremmo trovare qualcosa da cui non si sono tirati fuori. Quando si tratta di accordi internazionali, sfortunatamente questa amministrazione non si considera soggetto alle regole del diritto”.
Emiliano Bos