In Serbia 26'339 armi da fuoco e ordigni esplosivi sono stati tolti dalla circolazione. I cittadini li hanno consegnati alla polizia, tra l'8 e il 17 maggio, nell'ambito della campagna lanciata dal Governo dopo le stragi dei giorni scorsi per ridurre sensibilmente la quantità di armi nel Paese.
Il bilancio provvisorio della campagna, che proseguirà fino al prossimo 8 giugno, è stato reso noto dalla premier Ana Brnabic, intervenuta in Parlamento in una seduta dedicata al tema della sicurezza dei cittadini a fronte del moltiplicarsi degli episodi di violenza in Serbia.
Ribadendo quanto affermato a più riprese dal presidente Aleksandar Vucic, la premier ha sottolineato la ferma determinazione delle autorità di "disarmare" il Paese, riducendo sensibilmente il numero delle licenze e permessi al porto d'armi. A questo riguardo Brnabic ha polemizzato con l'opposizione, affermando che il numero più alto di licenze al porto d'armi si è registrato nel 2008, quando al Governo, ha detto, erano coloro che oggi contestano il Governo. Allora, ha osservato, i permessi raggiunsero 1,1 milioni, mentre nel 2013 (con l'avvento al potere di Vucic e del suo partito Sns, ndr) tale numero fu ridotto a meno di 800'000. Attualmente, ha detto Brnabic, le licenze sul porto d'armi sono poco più di 771'000.
L'opposizione, ha affermato, non ha presentato finora alcuna proposta concreta per contrastare i fenomeni di violenza, riducendosi alle solite richieste di dimissioni del presidente e di ministri. Brnabic ha confermato che in tutte le scuole d'ora in poi vi saranno agenti armati per garantire la sicurezza di studenti e personale, e a questo scopo saranno assunti altri 1'200 poliziotti.
Serbia in piazza contro la violenza
Telegiornale 09.05.2023, 12:30