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"La criminalità ha il controllo"

Intervista al procuratore Nicola Gratteri sulla situazione nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria e sugli interessi della 'ndrangheta nell'agricoltura

  • 8 giugno 2018, 09:58
  • 23 novembre, 01:14
02:02

RG 08.00 del 08.06.18: l'intervista di Claudio Bustaffa al procuratore Nicola Gratteri

RSI Info 07.06.2018, 23:42

  • RSI/ansa

L'uccisione del migrante e sindacalista originario del Mali Soumayla Sacko nella tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, ha riacceso in Italia i riflettori sullo sfruttamento dei braccianti stranieri nei campi. Un business su cui ha messo le mani anche la 'ndrangheta, come ha spiegato ai nostri microfoni Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro e tra i massimi esperti di criminalità organizzata calabrese.

Cosa rende la tendopoli che si trova a poca distanza da Rosarno particolare?

Sostanzialmente San Ferdinando è un punto di approdo per i migranti, che stanno lì in attesa di trovare lavoro. Si tratta ovviamente di lavoro in nero, con compensi di 25 euro al giorno. E poi c’è il caporalato. Quindi si tratta di vero e proprio sfruttamento, di vera e propria schiavitù. Fenomeni che vengono tollerati perché utili alla criminalità organizzata che esercita un controllo e che è interessata anche all’agricoltura.

Quindi per la 'ndrangheta anche l’agricoltura è un affare redditizio?

Non solo e non tanto per i guadagni che può fare, ma soprattutto perché c’è la possibilità di ottenere fondi europei, e soprattutto perché c’è la possibilità di fare delle truffe ai danni della comunità europea. Perché ornai i mafiosi sono proprietari dei latifondi, sono proprietari di queste attività imprenditoriali agricole.

Capita speso che i migranti subiscono violenze, e abbiamo assistito anche a loro manifestazioni e proteste, questo può cambiare qualcosa?

Gli operai e i braccianti hanno pochi margini di rivolta. Anche facendo una manifestazione di uno o due giorni; non sono in grado di resistere per lungo tempo incrociando le braccia perché si tratta di persone che hanno bisogno di guadagnare il necessario per mangiare, per vivere. E nel momento in cui loro se ne vanno in un altro territorio, ne verranno altri 3'000 che si piazzeranno al loro posto.

Nei giorni scorsi c’è stato chi, come il neo ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha detto che per gli immigrati irregolari “è finita la pacchia”. Lei che idea si è fatto di questa situazione?

Ci sono tante realtà, tanti posti dove effettivamente ci sono migranti che stanno in albergo tutto il giorno, che giocano a calcetto, che leggono il giornale e sentono musica. Ma ci sono anche posti come San Ferdinando che sono veramente un inferno per questa gente.

Claudio Bustaffa

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