L'assalto dei terroristi durante la messa di Pentecoste nel sud-ovest della Nigeria, ha ri-puntato per un momento i riflettori sul Paese africano. Martoriata da questi attacchi (probabilmente ad opera di un gruppo di pastori musulmani, i Fulani) la Nigeria contra oltre 70 milioni di persone che attualmente vivono in estrema povertà, vale a dire il 33% della popolazione (dati del 2022 di World Poverty).
Sanguinoso attacco contro una chiesa cristiana in Nigeria
SEIDISERA 06.06.2022, 20:21
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Secondo don Gerald Chukwudi Ani, nigeriano, parroco di Grancia e Barbengo "l'intento dei terroristi è incutere paura in una popolazione innocua. Un rapporto di Amnesty International del 2015 - continua - indica che il Cristianesimo e l'educazione sono visti, dagli attentatori, come diffusori di cultura occidentale, pertanto da colpire e abbattere".
Don Gerald qual è la situazione a livello governativo?
"A livello governativo sembra che ci sia persino una collusione. La gente dice che il presidente Buhari - che è musulmano e appartiene al gruppo dei Fulani - protegge questi terroristi. Ha permesso loro di armarsi e tutti, dai bambini agli adulti, sono armati".
Qual è la capacità di reazione della popolazione cristiana in Nigeria?
"La reazione è paura, disperazione, sensazione di abbandono. Ricordo che una parte delle 276 ragazze rapite nel 2014 da un commando di Boko Haram sono ancora nella foresta di Sambisa: tutti sanno dove sono ma nessuno le tira fuori. Tutti sanno che sono schiave del sesso ma nessuna va a tirarle fuori, perché le nigeriane non servono a nulla, non sono carbone, non sono gasolio, non sono petrolio".
E' una condanna senza appello la sua don Gerlad...
"La realtà è che anche se siamo cristiani non siamo considerati esseri umani. Le multinazionali occidentali che vengono nel sud-sud o nel sud-ovest della Nigeria a prendere gasolio e petrolio tutti i giorni, vedono quel che succede ma fanno finta di niente. E i nostri cristiani, gli animisti, la nostra popolazione si sente abbandonata. E quando per la disperazione scappano e arrivano in Europa per avere la libertà che desiderano e che meritano, vengono di nuovo respinti. Nessuna nazione sulla terra li vuole. E' un genocidio quel che la mia gente sta subendo, dal 1967, da quando ci fu la guerra del Biafra".
E' un'accusa alla comunità internazionale?
"Più che un'accusa è una domanda che pongo. E la domanda è questa: vuol dire che l'ONU non vede quel che succede? Non vede quel che accade alla donne, agli uomini, ai ragazzi e alle ragazze? L'ONU che dice di vuole difendere i principi della democrazia in Ucraina: è giustissimo che lo faccia. Ma noi non siamo esseri umani? E l'UNICEF non vede quel che accada? Duemila donne rapite e violentate ogni giorno tra il 2014 e il 2015: non le vedono? Oppure ai loro occhi non valiamo nulla?
"Non valiamo nulla?"
Io chiedo aiuto. E dico questo, che forse può sembrare una profezia: se l'Occidente non vuole aiutare la mia gente, succederà che la mia gente - disperata e umiliata - prima o poi si spingerà verso la Russia e verso la Cina e verso chiunque potrà proteggerla. E alla fine l'Occidente - che adesso viene in Nigeria a prendere il petrolio - si lamenterà. Perché andrà a finire che la mia gente si spingerà ovunque potrà trovare assistenza e soccorso".