L’Islanda è il primo paese a formalizzare la parità salariale. Il 1° gennaio 2018 è infatti entrata in vigore una legge coercitiva, che rende illegale pagare di più un uomo rispetto a una donna.
Le aziende e le agenzie governative che impiegano oltre 25 persone sono ora obbligate ad ottenere un certificato che attesta l’adempimento di questa nuova politica salariale. Se così non fosse, andrebbero incontro a multe.
Questa nuova norma è stata sostenuta dal Governo di centrodestra, ma anche dai partiti di opposizione e dal Parlamento. E Reykjavík intende andare oltre, mirando a sradicare completamente le disparità in busta paga entro il 2020.
L’isola, che conta una popolazione di circa 334'000 abitanti, è da nove anni al primo posto della classifica dei paesi più virtuosi in fatto di eguaglianza di genere, stilata annualmente dal World Economic Forum.
Dagny Osk Aradottir, dell’Associazione islandese per i diritti delle donne, ha dichiarato in un’intervista pubblicata da Al Jazeera, che “la gente si è resa contro che è un problema sistemico, da combattere in modo nuovo”.
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