"Ora le proprietà e le donne dei golpisti appartengono alla nazione". A scriverlo, in un tweet, Veysel Taskın, uno dei dirigenti della società sportiva Trabzonspor di Trebisonda, città del Mar Nero e roccaforte del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), il partito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. In Turchia i valori di laicità, ispiratori della politica del padre fondatore della nazione, Mustafa Kemal Atatürk, sembrano giunti al capolinea. Con essi la parità di genere.
Ragazza senza testa. Nel quartiere conservatore di Fatih una giovane vende per strada i tradizionali veli islamici. Istanbul, il 31 Agosto 2016.
Dalla sua ascesa al potere, all’inizio degli anni 2000, il "presidente sultano", vestito all’occidentale con eleganti abiti su misura, ha reintrodotto nelle scuole e negli uffici pubblici l’uso del velo che Atatürk aveva vietato con le riforme che fecero seguito alla proclamazione della Repubblica.
Il progetto "Malkovich, Malkovich, Malkovich: omaggio ai maestri della fotografia", di Sandro Miller, è stato esposto a Besiktas, durante il festival FotoIstanbul. Una donna turca tradizionaleosserva una delle immagini. Istanbul, il 7 ottobre 2016
Tale tendenza ha subito un’ulteriore accelerazione a seguito del tentato colpo di stato del 15 luglio 2016. Si registra da allora un aumento dei casi di violenza sulle donne, la loro progressiva scomparsa dalla scena pubblica e un avanzamento dell’islamismo radicale che comporta una diffusa compressione dei loro diritti.
Alcune donne turche con il costume da bagno coperto (cosiddetto burqini) stanno tornando allaspiaggia dopo una nuotata. Assos / Ayvacık / Çanakkale, Turchia occidentale, il 12 agosto 2016
Sono numerose le testimonianze di donne turche laiche che esprimono un crescente senso di insicurezza ed una tendenza all’auto-censura rispetto alle proprie abitudini di comportamento o abbigliamento.
Il mostrarsi in pubblico con braccia e gambe scoperte le espone a sempre più violente rappresaglie da parte dei conservatori.
Lo scorso novembre 2016, su proposta del partito del presidente, si è discussa in Parlamento la cosiddetta legge sulle "spose bambine". La norma avrebbe consentito un matrimonio riparatore in caso di stupro di una ragazzina, anche al di sotto dei 16 anni, età minima consentita per le nozze. La proposta di legge è stata ritirata ma il segnale di un dibattito parlamentare a riguardo è davvero poco incoraggiante.
Italo Rondinella