Quanto vale la vita di un essere umano? E quanto pesa la responsabilità di chi quella vita avrebbe dovuto e potuto proteggere?
La Corte Suprema dei Paesi Bassi ha dato la sua risposta, riducendo venerdì la responsabilità dello Stato olandese per la morte di diverse centinaia di uomini musulmani nel massacro di Srebrenica del 1995, una delle pagine più nere della guerra in Bosnia (1992-1995), responsabilità che ha classificato come "molto limitata".
RG 18.30 del 19.07.2019 Il servizio di Tomas Miglierina
RSI Info 19.07.2019, 20:30
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La Corte ha ridotto la responsabilità dello Stato olandese al 10% dei danni subiti dalle famiglie di circa 350 vittime uccise dalle forze serbo-bosniache, rispetto alla responsabilità del 30% stabilita in appello due anni prima. Il tribunale ha stabilito questa percentuale sulla base della possibilità di sopravvivenza di questi uomini e ragazzi musulmani se i caschi blu olandesi non li avessero espulsi dalla loro base.
Le forze di pace olandesi "non hanno dato loro la possibilità di rimanere dove si trovavano, mentre sarebbe stato possibile", hanno detto i giudici.
Lasciarli rimanere non avrebbe necessariamente salvato loro la vita, ma "le loro possibilità di fuga dai serbi bosniaci se avessero avuto la possibilità di rimanere erano scarse, ma non trascurabili", hanno continuato.
Il processo è stato promosso dalle madri delle vittime, le quali hanno da sempre puntato il dito contro l’Olanda. Durante il conflitto, i soldati olandesi per il mantenimento della pace (ONU), espulsero circa 350 persone dalla loro base militare di Potocari, condannandoli così a essere uccisi dalle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic. Nel massacro di Srebrenica furono uccisi oltre 8'000 uomini, ragazzi e bambini musulmani.
Una corte dell'Aia, nel 2014, aveva stabilito che i soldati olandesi, per quanto pochi e non sufficientemente armati per affrontare le truppe di Ratko Mladic, "non avrebbero dovuto respingere quanti si trovavano presso i loro edifici" perché era prevedibile che sarebbero stati uccisi. Denunciare direttamente i crimini di guerra, tuttavia, "non avrebbe comportato un intervento militare diretto dell'ONU" e non avrebbe perciò impedito il genocidio.