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"La violenza era prevedibile"

Sistema di sicurezza colto di sorpresa, dice la giornalista italiana Maria Zuppello - Per il futuro uno scenario di maggiore polarizzazione

  • 9 gennaio 2023, 08:59
  • 20 novembre, 12:12
02:52

RG 07.00 del 09.01.23: L'analisi di Maria Zuppello, giornalista italiana che vive in Brasile

RSI Info 09.01.2023, 09:50

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Di: RG/pon 

L'assalto domenica ai palazzi delle istituzioni a Brasilia da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro, sfociato in ore di guerriglia urbana, ha ricordato quanto era accaduto a Washington il 6 gennaio di due anni fa. Ma era prevedibile alla luce delle reazioni alle elezioni che hanno riportato al potere l'ex sindacalista Ignacio "Lula" da Silva? Sì, secondo la giornalista italiana Maria Zuppello, che vive in Brasile ed ha analizzato la situazione per il Radiogiornale della RSI. Le forze dell'ordine, afferma, si sono fatte trovare impreparate ad affrontare la situazione. Il bilancio ufficiale parla di almeno 46 i feriti, di cui sei gravi.

"Il sistema di sicurezza di Brasilia è stato colto di sorpresa, però la violenza era assolutamente prevedibile. Dalla vittoria di Lula, infatti, i manifestanti bolsonaristi hanno protestato per settimane davanti alle caserme di tutto il Paese. A Brasilia, poi, a metà dicembre ci sono stati scontri violenti con un tentativo di invasione addirittura della sede della polizia federale. Poi, poco prima dell'insediamento di Lula, è stato sventato nell'aeroporto della capitale un tentativo di attentato.

Per non parlare poi di ieri (domenica, ndr) mattina: sono arrivati nella capitale centinaia di autobus pieni di manifestanti. Fatto questo che avrebbe comunque dovuto far rafforzare i presidi di sicurezza. Si è dunque creata una situazione assolutamente simile a quella che ha permesso l'invasione del Campidoglio a Washington, con pochi poliziotti e pochi mezzi per contenere la folla. Per altro Anderson Torres, segretario della sicurezza dello Stato del Distretto federale dove si trova Brasilia, era in quel momento in viaggio negli Stati Uniti, quindi è anche mancata una centralizzazione delle decisioni di comando. Torres, che è stato anche un ex ministro della Giustizia nel Governo di Bolsonaro, è stato chiaramente subito dopo destituito perché non ha predisposto un piano adeguato al rischio".

Ora quali scenari si profilano per il Paese?

"Innanzitutto, la prima misura che il presidente Lula ha preso è stata quella di dichiarare l'intervento federale nella sicurezza dello Stato del Distretto federale, almeno fino al 31 gennaio. Il che, tradotto, vuol dire che la gestione della sicurezza sarà non più locale ma centralizzata a livello nazionale con la possibilità anche, per esempio, dell'intervento dell'esercito.

Dal punto di vista politico, lo scenario che si profila è di una maggiore polarizzazione nel Paese, con il paradosso di un ex presidente fuggito negli Stati Uniti per non essere arrestato. Bolsonaro, lo ricordiamo, vive in Florida dal 30 dicembre. Ci sono sette investigazioni aperte in Brasile che lo riguardano per la divulgazione di fake news durante la pandemia, per l'uso di milizie digitali, per l'interferenza nella polizia federale.

Quel che è chiaro è che comunque l'opposizione brasiliana ha già fatto capire di non volere più il Bolsonarismo in molti, dal suo ex vicepresidente, il generale Mourão, ad altri suoi alleati politici, lo accusano adesso di essere un estremista populista e hanno preso le distanze. Il problema però, è che l'opposizione non ha al momento nessun altro leader e si ritrova con una parte radicalizzata del suo elettorato. Quindi i rischi di un'escalation di tensioni politiche nei prossimi mesi rimangono alti".

Per saperne di più, la puntata di Modem:

25:07

Brasilia come Washington

Modem 09.01.2023, 08:30

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