Mondo

La vita ferma dal 24 agosto

Un anno dopo il terremoto di Amatrice la realtà non mostra ricostruzione, ma macerie, spopolamento e depressione

  • 24 agosto 2017, 07:42
  • Oggi, 04:40
04:39

Terremoto, un anno dopo

RSI/Arianna Pagani 24.08.2017, 07:30

  • ©Arianna Pagani

"È come se fosse ancora il 24 agosto. La storia si è fermata quel giorno" racconta Francesco Amici, abitante di Acquasanta Terme, piccolo comune del piceno. La notte del 24 agosto 2016, un terremoto della scala 6.0 ha devastato l’area lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli, Arquata del Tronto, Amatrice e le sue sessantanove frazioni. Le vittime sono state 298 e gli sfollati 6000. Dopo le successive scosse del 26, 30 ottobre e 18 gennaio il numero degli sfollati è salito a 40.000. A un anno dal terremoto quasi nulla è cambiato. Le macerie e i detriti ancora non sono stati rimossi. La maggior parte degli abitanti dei comuni tra l'Amatriciano e il Piceno, vive ancora negli alberghi lungo la costa. L'assegnazione dei SAE, i moduli abitativi d'emergenza, è appena iniziata.

Accanto a chi ha scelto di restare sul territorio, rifiutando la proposta della Protezione Civile di andare negli hotel sulla costa, ci sono le volontarie e i volontari delle Brigate di Solidarietà Attiva (BSA). Grazie a donazioni di associazioni, centri sociali e privati, le BSA raccolgono beni di prima necessità che sono distribuiti gratuitamente alle vittime del sisma, attraverso staffette alimentari casa per casa e allo spaccio popolare, aperto quasi tutti i giorni. Nei magazzini di questa rete di volontari non ci sono solo prodotti alimentari, ma anche lavatrici, ferri da stiro, fieno e mangimi per gli animali. “Abbiamo cercato di coprire tutto il territorio, anche i paesini più remoti di montagna, difficilmente raggiungibili”, chiarisce Verouska, coordinatrice delle attività delle BSA nella zona dei comuni del cratere colpiti dai sismi. L’obiettivo delle Brigate di Solidarietà Attiva, tuttavia, non è solo quello di assistere la popolazione ma di informarla, aiutandola a coordinarsi, in comitati di cittadinanza locali per trovare soluzioni che rispondano alle reali esigenze del territorio e che vadano oltre l’emergenza. Lo sportello legale gratuito ne è un esempio. Grazie alla collaborazione con gli avvocati dell’associazione Alterego-Fabbrica dei diritti di Roma, è stato realizzato un vademecum legale, con il nome originale “OISSA”, distribuito gratuitamente ai terremotati, per spiegare i cavilli burocratici della ricostruzione e rendere comprensibile a tutti quali sono i propri diritti.

Sara Manisera

Correlati

Ti potrebbe interessare