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L'arresto di Guzman? Una vittoria internazionale

Pesantissimo il tributo di vite umane: per fermare il figlio del narcotrafficante messicano El Chapo sono morte una trentina di persone

  • 7 gennaio 2023, 07:49
  • 24 giugno 2023, 03:18

La rappresaglia dei narcos

Telegiornale 06.01.2023, 13:30

Di: TG/Red. MM

Per la seconda volta in tre anni Ovidio Guzman, figlio e erede di El Chapo, è stato catturato dall’esercito messicano. E anche questa volta gli uomini del cartello di Sinaloa, di cui Guzman è un capo, hanno dichiarato guerra ai militari per cercare di liberarlo. Il bilancio dei disordini scatenati dall'arresto è pesantissimo. I morti sono una trentina: 10 militari e una ventina di narcos.

Il suo primo fermo aveva portato a un momento di profonda umiliazione per il Presidente Lopez Obrador che, vista la superiorità militare dell’attacco nemico, aveva deciso di liberare il prigioniero. Come se non bastasse la famiglia Guzman lo ringraziò pubblicamente.

Nonostante i blocchi delle autostrade, l’esercito è riuscito a trasportare il prigioniero fino alla capitale con un veicolo militare blindato, uscendo così dalla roccaforte del cartello di Sinaloa. Per la gente di Culiacan è tornato il terrore di tre anni fa quando la città è stata messa sotto assedio per bloccare l’esercito e recuperare il prigioniero.

Ieri ancora una volta è stato chiesto alla popolazione di rimanere chiusa in casa e tutte le attività sono state sospese. Nulla era più sicuro, neppure decollare in aereo. L'aeroporto venerdì è rimasto chiuso.

Ai lavoratori pubblici è stato chiesto ora di riprendere il lavoro, ma la normalità è ancora lontana. E la normalità, qui nello stato di Sinaloa, centro delle operazioni del famoso cartello della droga, di pacifico ha molto poco anche senza arresti eccellenti.

La cattura di Guzman è un momento di vittoria internazionale per il Presidente, che si prepara a ricevere settimana prossima Joe Biden e Justin Trudeau per il summit dei leader dell’America del Nord. Non si sa ancora se Guzman sarà estradato negli Stati Unti, così come è stato per suo padre. Per ora, stando alle agenzie stampa internazionali, si è solo appreso che un giudice federale ha sospeso la procedura. Al figlio del boss del narcotraffico El Chapo è stata inoltre concessa la sospensione del suo stato di isolamento. Potrà comunicare con i parenti o incontrare gli avvocati difensori.

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