Sparizioni, attacchi contri i civili a Mariupol, detenzioni in condizioni dure in un carcere dei filo-russi in Donbass. Questa la testimonianza di una poliziotta che fino a qualche settimana fa era in servizio proprio a Mariupol. Una vice-commissaria, di cui la RSI ha accertato l’identità, che chiameremo col nome fittizio di Alina perché teme ripercussioni per i suoi famigliari a Mariupol. L’hanno incontrata il nostro inviato in Ucraina Emiliano Bos e il videomaker Emilio Romeo in una località del Donbass.
Partiamo da Mariupol, la sua città. Lei ha mai assistito ad attacchi deliberati contro i civili?
Una volta abbiamo osservato i colpi di un carro armato russo contro un edificio residenziale di 9 piani. Hanno colpito più volte. Poi hanno iniziato a filmare un video mostrando in modo falso l’evacuazione da parte loro dei civili di questo edificio.
A Mariupol, lei dopo il bombardamento dei russi è arrivata anche nel teatro dove c’erano centinaia di civili …
Non c’era né un prima né un dopo ma un bombardamento continuo.
Io sono stata lì prima, durante e dopo gli attacchi. I russi dicono che lì c’erano dei soldati all’interno. È una provocazione: io ero lì di persona e non ho visto alcun militare. C’erano solo civili.
La polizia è riuscita a documentare le violazioni dei diritti umani a Mariupol, almeno nella prima fase dell’attacco?
La polizia ha documentato i casi dall’inizio dell’invasione russa: vittime di bombardamenti, edifici distrutti, infrastrutture danneggiate. Gli agenti di un’apposita sezione hanno realizzato dossier con foto e video. Sono riusciti a portare via da Mariupol tutta questa documentazione.
Lei è riuscita a uscire da Mariupol. Diversi suoi colleghi sono stati invece arrestati. In che condizioni si trovano?
So che sono vivi. Il loro stato di salute è buono ma si trovano in condizioni pessime. So che subiscono maltrattamenti in violazione delle convenzioni di Ginevra.
Lei sa dove si trovano i suoi colleghi?
Si, lo so: non lontano da Donetsk, dove c’era prima il centro di detenzione. La cosiddetta repubblica di Donetsk usa questi luoghi come lager per i prigionieri di guerra. Ci portano anche esponenti politici locali da città e villaggi…chiunque svolga un incarico per le istituzioni dell’Ucraina.
Lei è a conoscenza di violenze e maltrattamenti anche verso le donne?
Sono a conoscenza di come si comportano con le donne in questa prigione vicino a Donetsk. Abbiamo conferme: verso di loro praticano vere e proprie torture che non sono solo psicologiche. Usano questi metodi per ottenere informazioni militari. Non capisco il motivo: sono informazioni di cui queste donne non sono comunque in possesso.
Ha conferma diretta anche di stupri?
Si, c’è un caso: una ragazza, che per fortuna è riuscita a lasciare quel carcere. L’indagine in corso, abbiamo la sua testimonianza.