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Le sanzioni preoccupano sempre meno i russi

Le contromisure di Mosca hanno stabilizzato la situazione e meno di un russo su tre si dice preoccupato - L’economia continuerà a crescere anche nel 2024

  • 2 ore fa
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Marchi e catene occidentali sono in parte scomparsi, sostituiti da altri, ma la popolazione si è adattata

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Di: Stefano Grazioli

Lo scorso giugno l’Unione Europea ha adottato il suo quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, i Paesi e le organizzazioni occidentali, Stati Uniti, UE, G7 in prima fila, hanno preso misure restrittive di carattere politico ed economico per isolare Mosca e ostacolare la campagna militare russa contro Kiev. Per il momento il Cremlino sembra riuscito ad adottare le contromisure e la strategia di guerra non è cambiata. Se da un lato la Russia appare tutt’altro che isolata sulla scacchiera internazionale, con la rete delle alleanze che tra Asia e Grande Sud si è rafforzata, al suo interno la situazione pare essersi stabilizzata, con l’irrigidimento del sistema da una parte e la società che a sua volta dall’altra si è adattata alla nuova cornice. In particolare, accanto ai dati economici che confermano la resilienza di fronte alle sanzioni occidentali, le preoccupazioni dei russi verso le medesime restrizioni si stanno gradualmente attenuando, come hanno mostrato gli ultimi dati del Levada Center, centro di ricerca sociologico indipendente che monitora la società russa.

Putin si rafforza

L’opinione prevalente tra la popolazione russa è che le sanzioni non abbiano creato seri problemi nella vita di tutti i giorni. Sono cambiate ovviamente parecchie cose e tra di queste le più evidenti sono l’aumento dei prezzi, l’abbandono di buona parte dei marchi occidentali dai supermercati e dai centri commerciali, le restrizioni per i viaggi all’estero con l’assenza dei voli diretti verso i Paesi occidentali, il blocco dei sistemi di pagamento tramite i più comuni circuiti internazionali e la scomparsa di numerosi medicinali. Allo stesso tempo, quasi due terzi dei russi ritiene che le sanzioni stiano rafforzando il Paese e diventando così un incentivo per lo sviluppo futuro. La maggioranza della popolazione pensa che il Cremlino debba continuare la sua politica e il livello di popolarità del presidente Vladimir Putin a giugno è salito all’87%. In sostanza negli ultimi due anni, la preoccupazione per le sanzioni politiche ed economiche dei Paesi occidentali contro la Russia è diminuita di 17 punti percentuali e oggi solo un russo su tre (29%) si dice preoccupato.

Abitudine alle sanzioni

In precedenza il picco si era verificato nel marzo 2014, quando dopo il cambio di regime a Kiev e l’annessione della Crimea erano state introdotte le prime sanzioni e più della metà dei russi (53%) era stato intimorito dalla reazione dell’Occidente. Attualmente, passati dieci anni e iniziato il nuovo conflitto con restrizioni sempre più dure, quella che preoccupa di più i russi è il congelamento delle riserve auree e valutarie e delle proprietà statali all’estero e il numero dei russi che per questo non dorme sonni tranquilli è cresciuto dallo scorso anno dal 48% al 54%. Per la stragrande maggioranza della popolazione comunque le sanzioni non hanno creato seri problemi diretti alla cerchia famigliare (88%), mentre l’11% ha affermato il contrario.

I russi sono divisi poi sulla questione su chi sia effettivamente il bersaglio dei provvedimenti occidentali e se il 46% ritiene che le sanzioni mirino solo a una ristretta cerchia di persone responsabili della politica russa nei confronti dell’Ucraina, il 45% pensa al contrario che colpiscano ampi settori della popolazione russa. La quota dei russi che pensano che le sanzioni rafforzino il Paese è aumentata del 7%; un russo su quattro è del parere che le sanzioni non avranno alcun impatto e uno su dieci prevede invece danni significativi. Il 78% della popolazione ritiene che il Cremlino dovrebbe continuare la sua politica in risposta alle sanzioni, mentre il 14% pensa che Putin debba cercare un compromesso e fare concessioni per sfuggire alla morsa occidentale.

Crescita economica

Il quadro delineato dai numeri del Levada Center dipinge in sostanza una situazione stabile e favorevole al regime, che esclude scenari di rivolte popolari e di palazzo che potrebbero condurre a un ricambio al Cremlino. Con il conflitto in Ucraina che in questa fase può essere definito sotto controllo e dove non si intravede la possibilità di Kiev di rovesciare lo schema attuale, per il momento almeno, Putin continua quindi a godere del supporto popolare grazie alla crescita dell’economia, prevista oltre il 3% per il 2024, centrata sul complesso militare-industriale. I russi esprimono anche fiducia crescente verso il primo ministro Mikhail Mishustin, in carica dal 2020 e confermato lo scorso marzo dopo la rielezione dello stesso Putin alla presidenza. Tecnocrate appartenente alla cerchia dei fedelissimi del capo dello Stato, al pari della governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina, che ha avuto un ruolo centrale nella gestione delle contromisure economiche alla sanzioni occidentali, Mishustin ha raggiunto a giugno 2024 il 75% di popolarità, valore toccato l’ultima volta nel 2011 dall’allora premier Vladimir Putin.

Russia, blocco severo ai media europei

Telegiornale 25.06.2024, 20:00

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