Il ministero libanese della Sanità ha annunciato la morte di 52 persone negli attacchi israeliani nell’est del Paese, che non erano stati preceduti dall’ordine di evacuazione solitamente emesso da Israele. Il ministero ha riferito che vi sono “52 morti e 72 feriti secondo un bilancio aggiornato degli attacchi nemici israeliani nella regione di Baalbek-Hermel”.
Intanto il presidente del parlamento libanese, Nabih Berry, ha dichiarato in un’intervista a Asharq al-Awsat che l’iniziativa americana per un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah è fallita perché il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha respinto la road map del Libano che era stata concordata con l’inviato USA, Amos Hochstein. Lo riferisce L’Orient Le Jour. Berry ha aggiunto che la trattativa riprenderà dopo le elezioni americane. “Hochstein non ci ha comunicato nulla dopo che è partito da Israele” nei giorni scorsi, al contrario di quanto “aveva promesso” nell’ultima visita a Beirut nel caso avesse visto elementi positivi a Tel Aviv.
Dal canto loro, i capi di 15 agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie hanno firmato una dichiarazione in cui affermano che la situazione nel nord della Striscia di Gaza è apocalittica, con l’intera popolazione a rischio di morte a causa di violenza, malattie o fame.
Secondo l’ONU le squadre di soccorso sono state prese di mira mentre cercavano di salvare le persone sepolte sotto le macerie delle loro case.
Il Papa, “la guerra è ignobile, calpesta la vita”
Il Papa non si arrende. Anche oggi ha lanciato un nuovo appello per la pace, snocciolando l’elenco dei Paesi che da mesi sono travagliati dai conflitti. “Preghiamo per la martoriata Ucraina, preghiamo per la Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sud Sudan e per tutti i popoli che soffrono per le guerre”, ha detto all’Angelus. E poi ha ribadito che “la guerra sempre è una sconfitta, sempre. Ed è ignobile perché è il trionfo della menzogna, della falsità. Si cerca il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto. E tutto mascherato di menzogne”.
Francesco ha nel cuore i racconti sulle vittime civili. “Soffrono gli innocenti: penso alle 153 donne e bambini massacrati nei giorni scorsi a Gaza”, ha detto. Il suo filo diretto con la parrocchia che si trova nella Striscia è quotidiano e incessantemente il Pontefice chiede di risparmiare le vite della gente che con la guerra, come da lui detto lo scorso mercoledì all’udienza generale, non c’entra niente. La tela per costruire la pace non si limita ai ripetuti appelli. Anche la diplomazia vaticana è incessantemente al lavoro per dipanare i tanti conflitti in corso.
Nei giorni scorsi il Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor Richard Gallagher, ha preso parte a Montreal, in Canada, alla “Ministerial Conference on the Human Dimension of Ukraine’s Peace Formula” nel corso della quale ha ribadito “l’impegno della Santa Sede a favore del rimpatrio dei minorenni, dei militari e dei civili ucraini detenuti, esortando a che si eviti ogni strumentalizzazione delle questioni umanitarie - ha riferito la stessa Segreteria di Stato - e si cerchi sempre il bene delle vittime”. Questo tipo di assistenza umanitaria, richiesta dalle stesse autorità ucraine, è stato poi “l’obiettivo primario della missione del cardinale Matteo Zuppi a Kiev e Mosca”, ha affermato ancora il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati.
Dalle guerre alle calamità naturali: il Papa oggi all’Angelus ha rinnovato la sua vicinanza alla comunità di Valencia colpita da una gravissima alluvione. Domani invece, dopo sei anni, il Papa tornerà nel Cimitero Laurentino di Roma, per la commemorazione dei defunti. Il Pontefice vi si era recato infatti nel 2018 e quel giorno, prima della celebrazione eucaristica, aveva sostato in preghiera nel “Giardino degli angeli”, una parte del cimitero dove sono sepolti i bambini, anche quelli non nati.
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