I bambini sono sempre quelli che pagano di più. L’UNICEF Libano lancia l’allarme umanitario ma più ancora sanitario: i bambini in Libano sono esposti a un rischio crescente di problemi di salute e protezione, tra cui malattie trasmesse dall’acqua come colera, epatite e diarrea, poiché i continui bombardamenti interrompono e danneggiano sempre di più i servizi essenziali su cui le famiglie fanno affidamento. L’ultima tragedia che ha coinvolto dei bambini, in ordine di tempo, il 22 ottobre scorso, quando un missile israeliano ha colpito un edificio proprio accanto al maggiore ospedale di Beirut, il Rafik Hariri Hospital: 18 persone morte, tra cui diversi bambini, una sessantina quelle ferite, di cui alcune versano in condizioni critiche. Secondo l’esercito israeliano sotto al palazzo colpito si trovava uno dei “forzieri” di Hezbollah.
“Il diritto internazionale impone di proteggere i bambini”
“I bambini devono essere protetti e i servizi su cui fanno affidamento devono essere salvaguardati, in linea con il diritto internazionale”, lo afferma senza mezzi termini il rappresentante dell’UNICEF qui in Libano, Edouard Beigbeder, che si trova ad affrontare la maggiore emergenza umanitaria nel Paese da molti anni a questa parte. “Mentre la frequenza e l’intensità dei bombardamenti in Libano aumentano, sono stati registrati ingenti danni alle infrastrutture essenziali e decine di rappresentati del personale medico e di quello dei servizi essenziali sono stati uccisi”, insiste Beigbeder; “tutto questo è disastroso in Libano, e nessuno sembra voler intervenire: i bambini stanno soffrendo mentre il mondo guarda e tutte le leggi del diritto internazionale vengono palesemente ignorate”.
Almeno 28 impianti idrici sono stati danneggiati dal conflitto, mettendo in crisi la fornitura idrica per più di 360’000 persone, principalmente nel sud del paese. La reale portata dei danni ai sistemi idrici è probabilmente maggiore, ma siccome diverse aree colpite sono tutt’ora inaccessibili ai team tecnici che valutano i danni, consegnano carburante ed eseguono riparazioni essenziali, la reale entità dell’emergenza resta impossibile da quantificare. Danni causati dai bombardamenti sono avvenuti anche in diverse scuole, in almeno 15 ospedali in 70 centri di assistenza sanitaria primaria e servizi medici di emergenza. Secondo il Ministero della Salute Pubblica libanese, sei ospedali sono ora fuori servizio e altri cinque sono parzialmente operativi.
Dopo il bombardamento nei pressi dell'ospedale di Beirut
Preoccupa la diffusione di malattie nei più piccoli
I rischi per i bambini sono estremi. Senza accesso ad acqua potabile, i più piccoli sono a rischio di contrarre malattie trasmesse dall’acqua come il colera o la diarrea che, senza un trattamento adeguato, possono causare disidratazione e morte. La pressione crescente e l’interruzione dei servizi sanitari aggravano questi rischi. Altre malattie rischiano di diffondersi tra le famiglie sfollate, soprattutto nelle aree affollate senza accesso a forniture igieniche e servizi igienico-sanitari. L’UNICEF ha già ricevuto segnalazioni di scabbia e pidocchi tra i bambini nei rifugi e il responsabile Beigbeder si dice estremamente preoccupato per il rischio di diffusione di infezioni respiratorie nelle prossime settimane, man mano che il clima diventa più freddo e umido. Migliaia di persone rimangono per le strade del Libano senza un riparo, biancheria da letto o vestiti adeguati.
Come in ogni disastro umanitario, e specialmente in ogni guerra – abbiamo già assistito ad una situazione simile i primi mesi dell’invasione russa i Ucraina – c’è poi l’inquietante capitolo della separazione dei bambini dalle famiglie e del conseguente rischio di abusi e sfruttamento dei minori. L’enorme ondata di sfollamenti e l’interruzione dei servizi, infatti, creano grandi problemi di protezione per i bambini. Dall’inizio dei bombardamenti massivi sul Libano da parte delle forze armate israeliane, l’UNICEF e i partner dell’ONU hanno identificato 67 bambini non accompagnati e separati e da allora ne hanno riuniti 65 alle loro famiglie. Essere fuori dalla scuola espone inoltre i bambini a un rischio maggiore di lesioni, abusi o sfruttamento per lavoro minorile.
Conferenza internazionale per il Libano
SEIDISERA 24.10.2024, 18:30
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Adesso, con l’aggravarsi del conflitto, il peso psicologico sulla popolazione, in particolare sui bambini, è aumentato vertiginosamente. Quasi ogni bambino in Libano è stato colpito in qualche modo. Molti sono rimasti vittime dei bombardamenti, hanno perso i propri cari, le loro case o l’accesso all’istruzione. L’Unicef-Libano stima che circa 400’000 bambini siano stati costretti ad abbandonare le loro case. Molti vivono in rifugi di fortuna nella speranza di trovare una parvenza di sicurezza: alcuni nelle scuole pubbliche, altri con chiunque possa offrire loro un tetto o un posto dove riposare. Alcune famiglie non hanno altra scelta che montare tende sul lungomare di Beirut o in strada. Ogni bambino sfollato ha dietro di sé una storia, una perdita, una vita stravolta. E l’assoluta incertezza su ciò che lo attende.
“Se sono destinata a morire, morirò, e se sono destinata a vivere, vivrò”, ci dice Zeinab*, 9 anni, con commovente serietà. È fuggita dal Libano meridionale a Beirut e ricorda quanto fosse semplice la vita un tempo: giocare con suo fratello e gli amici, poter fare la doccia, cenare e andare a letto in pace.
Ma quello che la preoccupa di più è la sorte della sua amata nonna, della quale non ha più notizie: “Come faccio a sapere come sta? E se morisse ora, Dio non voglia? Cosa farei allora?”
*I nomi di bambini in questo articolo sono stati modificati a tutela della loro sfera privata