Il primo ministro libanese, Hassan Diab, ha annunciato le dimissioni in massa del Governo. La decisione arriva sei giorni dopo la devastante esplosione avvenuta al porto di Beirut, che ha provocato almeno 160 morti e più di 6'000 feriti, mentre si cercano ancora i dispersi. L'incidente è "il risultato di una corruzione endemica", ha dichiarato lo stesso Diab.
L'esplosione, secondo molti simbolo della negligenza della classe politica, ha provocato una nuova ondata di proteste da parte della popolazione, già esasperata da una forte crisi economica e finanziaria. Le manifestazioni, scattate a ottobre 2019, avevano portato alle dimissioni dell'allora primo ministro Saad Hariri e aperto la strada al Governo di Diab, formatosi a gennaio con il sostegno del partito di Hezbollah.
Hassan Diab in una foto dello scorso 8 agosto
Dopo l'esplosione del deposito contenente 2'750 tonnellate di nitrato di ammonio, che tra l'altro ha reso il porto inagibile e distrutto magazzini e palazzi, la popolazione è tornata in piazza e la pressione sull'Esecutivo è cresciuta sempre di più: diversi ministri avevano già lasciato il Governo negli ultimi due giorni.
Le dimissioni di oggi, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti a placare la rabbia della popolazione, che oltre alle elezioni anticipate chiede un rinnovo totale della classe politica. Il Parlamento, infatti, è controllato dalle forze politiche tradizionali, le quali hanno elaborato una legge elettorale che permette loro di conservare i propri interessi.
Libano, il governo si è dimesso
Telegiornale 10.08.2020, 22:00
Il porto di Beirut dopo l'esplosione
Il presidente Michel Aoun ha accettato le dimissioni di Diab e lo ha incaricato di sbrigare gli affari correnti fino alla formazione di un nuovo Esecutivo. "Oggi rispondiamo alla volontà del popolo che esige che i responsabili di questo disastro dissimulato nel corso di 7 anni ne rendano conto, e al suo desiderio di un cambiamento vero", ha dichiarato Diab nel discorso alla nazione.