Liberati tre ostaggi israeliani e cinque thailandesi

Qualche ora dopo la soldatessa 20enne Agam Berger a Jabaliya, che si trovava nelle mani di Hamas, la Jihad islamica ha consegnato alla Croce Rossa (incaricata di affidarli, poco dopo, all’esercito di Israele) anche altri due ostaggi israeliani che tratteneva dal 7 ottobre del 2023.

Si tratta della 29enne Arbel Yehud, il cui caso aveva ritardato l’autorizzazione al rientro dei palestinesi nel nord della Striscia di Gaza, e dell’80enne Gadi Moses. Entrambi sono anche cittadini tedeschi. La seconda consegna è avvenuta a Khan Yunis, nel sud della Striscia, presso la casa distrutta di Yahya Sinwar, la mente degli attacchi di 14 mesi fa. Hanno ritrovato la libertà anche cinque thailandesi, lavoratori fra i 27 e i 36 anni. Anche altri loro connazionali erano stati rapiti quasi 500 giorni fa, 23 erano stati rilasciati durante la tregua del novembre 2023.

Mentre la prima liberazione odierna è stata inscenata fin nei minimi particolari dai militanti islamici, la seconda si è rivelata caotica. Durante i rilasci vi è stata un’enorme calca, con scene definite dai commentatori come “drammatiche”. In particolare l’ostaggio israeliano Gadi Moses, 80 anni, è stato protetto dai miliziani dall’enorme pressione della folla. La scena ha indotto Israele a ritardare di alcune ore il previsto rilascio dalle sue prigioni - poi avvenuto - di 110 detenuti palestinesi, 30 dei quali stavano scontando condanne a vita. Gli autobus che li trasportavano hanno fatto inizialmente marcia indietro per poi ripartire più tardi. Tel Aviv avrebbe ottenuto nel frattempo garanzie sul fatto che in occasione dei prossimi rilasci di ostaggi saranno garantite loro sicurezza e incolumità.

I detenuti liberati sono stati accolti da folle festanti a Ramallah, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza.