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Lo scandalo Ferragni, cosa dice la legge?

I pandori “griffati” hanno fruttato alla nota influencer italiana 1 milione, ma in beneficenza sono stati devoluti solo 50’000 euro - L’intervista al giurista

  • 25 dicembre 2023, 06:44
  • 25 dicembre 2023, 06:44
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Chiara Ferragni

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Di: SEIDISERA/ATS/RSI Info 

La nota influencer italiana Chiara Ferragni (29 milioni e mezzo di follower solo su Instagram e un patrimonio da 40 milioni di euro) è al centro di uno scandalo. È stata multata per oltre 1 milione di euro dall’Antitrust per “pratica commerciale ingannevole” ed è stata denunciata dal Codacons con l’ipotesi di “truffa aggravata”, in merito alla vendita di pandori “griffati” dell’industria dolciaria Balocco.

L’autorità contesta a Chiara Ferragni e alla Balocco di aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per i bambini malati. Le società di Ferragni hanno incassato oltre 1 milione di euro senza versare nulla all’ospedale. Secondo l’Antitrust la pratica scorretta si è articolata anche nel far credere, attraverso la comunicazione, che acquistando il “Pandoro Pink” a oltre 9 euro (anziché a 3,70 euro del pandoro non griffato), i consumatori avrebbero contribuito alla donazione (che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco, in cifra fissa, 50.000 euro, a maggio 2022). L’Autorità ha ritenuto inoltre che anche il prezzo del pandoro “griffato”, proposto a un prezzo pari a circa due volte e mezzo il prezzo del Pandoro classico, abbia contribuito a indurre in errore i consumatori. Anche Balocco è stata sanzionate e dovrà pagare una multa di 420’000 euro.

Intanto per l’influencer (che fa pubblicità per i marchi di moda del lusso e può essere pagata anche 100’000 euro per un post) i guai non sono finiti. Ora le autorità italiane stanno indagando anche su una vicenda analoga che riguarda uova di Pasqua che avrebbe fruttato a Ferragni molto più di quanto poi in effetti devoluto per la causa di beneficenza pubblicizzata.

02:37

Chiara Ferragni nella bufera

Telegiornale 19.12.2023, 20:00

Dopo averne scritto su Il Fatto Quotidiano, Selvaggia Lucarelli è tornata sulla vicenda su X, sottolineando che “dopo alcune telefonate per approfondire il tema uova avvenute ieri, i vecchi post di promozione delle uova pasquali sulla pagina Instagram di Ferragni sono velocemente spariti”. “Alcuni di questi - afferma la giornalista - io e altre persone li avevamo fortunatamente salvati il giorno prima. E comunque basta digitare su google uova+ferragni+instagram per vedere ancora i risultati della ricerca sulla sua pagina con anteprima del testo, che però non si aprono più”. “Oggi sul Fatto - ricorda Lucarelli - scrivo di come la promozione delle uova di Pasqua benefiche di Chiara Ferragni con Dolci Preziosi nel 2021 e 2022 abbia seguito lo stesso schema (usato nella vicenda del pandoro Balocco, ndr), altro che errore di comunicazione. Lei ha percepito cachet di 500 e 700’000 euro e Dolci preziosi ha donato 12 e 24’000 euro. Ferragni ha promosso le uova dicendo che lei e Dolci preziosi sostenevano i Bambini delle fate, ma di fatto era una fruttuosa operazione commerciale”.

La vicenda Ferragni, però, solleva anche altri interrogativi. Ad esempio come è definito giuridicamente un influencer? C’è un quadro legislativo che ne regola le attività? Domande che la RSI ha girato a Ruben Razzante, Professore di diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano.

“Non c’è una definizione giuridica, perché questa professione non è disciplinata dal punto di vista legislativo. Gli influencer si muovono con disinvoltura sul mercato, perché non esiste una catalogazione di vincoli giuridici ben precisi. Detto questo, non siamo completamente nella giungla o nel Far West. Ci sono stati, nel tempo, alcuni provvedimenti in Italia, presi ad esempio dall’Antitrust. Rimane il fatto che c’è un problema più generale di inquadramento della figura, perché è evidente che, nell’ambito della comunicazione commerciale, devono esistere dei criteri ben precisi, legati alla trasparenza, quindi alle garanzie che queste figure non violino dei diritti dei consumatori e quindi non violino anche quelli che sono dei principi etici, potremmo dire”.

Professore, lei parla della Francia come di un buon modello. Francia che ha recentemente codificato i doveri degli influencer: devono dichiarare i rapporti commerciali con i marchi che sponsorizzano, hanno dei vincoli nell’ambito della tutela dei minori, nella diffusione di contenuti violenti. Non ci vorrebbe però un quadro giuridico internazionale? Perché gli influencer lavorano con i social, quindi in un mercato globale...            

“Come giustamente dice lei, ci sono dei fenomeni come quelli della rete che sono sovranazionali e quindi le legislazioni nazionali spesso hanno le armi spuntate. Indubbiamente un influencer che si muove sul piano commerciale avrebbe bisogno di una disciplina sovranazionale, ma a questa ci stiamo arrivando per via indiretta, perché a livello europeo c’è tutto un insieme di provvedimenti legislativi, come il Digital Marketing Act, il Digital Services Act, che sottopongono le piattaforme a tutta una serie di controlli sui contenuti e quindi, indirettamente, si sta stringendo il cerchio attorno alle piattaforme, quindi alle big Tech, che sono maggiormente vincolate ai controlli sui contenuti”.               

Professor Razzante, quanto questa vicenda può far male a una personalità da quasi 30 milioni di follower come Chiara Ferragni, che è un brand commerciale internazionale?

“Bisogna capire come ne uscirà sul piano strettamente legale, perché indubbiamente si sta avvalendosi dell’assistenza legale, magari di avvocati anche molto bravi. E se questi riusciranno a dimostrare che non c’è stata malafede, che quello che è stato inizialmente annunciato come un raggiro ai danni dei consumatori in realtà non c’è, probabilmente gli effetti saranno contenuti. Al momento, come sempre succede in queste tempeste mediatiche, sembra che stiamo assistendo alla cosiddetta caduta degli Dei, ma è indubbiamente ancora presto per parlare”.

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