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Lo scandalo del Post Office inglese spopola in TV

Una serie televisiva ha riportato il caso alla ribalta in Gran Bretagna “scagionando” i dipendenti; diversi di loro si tolsero la vita e persero lavoro e casa

  • 11.01.2024, 20:13
  • 11.01.2024, 20:13
La truffa della Royal Mail fu un errore giudiziario gigantesco

La truffa della Royal Mail fu un errore giudiziario gigantesco

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Di: SEIDISERA/sdr 

“Mr Bates vs The Post Office”: nel Regno Unito ormai non si parla di altro. Questo è il titolo della serie televisiva che sta risvegliando una certa indignazione che corre dritta fino a Westminster e agita la politica, una produzione cinematografica che prende in esame uno scandalo che vide protagonista la società di poste britannica. La vicenda risale al 1999, quando oltre 700 impiegati postali sono stati ingiustamente accusati di aver rubato i soldi nelle loro rispettive filiali, accusa infondata che ebbe risvolti anche drammatici.

La storia parte dalla fine degli anni novanta, quando il gigante giapponese di informatica Fujitsu, d’accordo con il Post Office britannico, fornisce a tutte le filiali in Gran Bretagna un nuovo software - Horizon - con lo scopo di centralizzare le operazioni postali in tutto il Paese. Il nuovo programma compie errori nella contabilità informatica. Dal 2001 fino al 2015 si verificano gravissimi ammanchi di denaro e partono così le prime indagini, ma il risultato è incredibile. Centinaia di responsabili di questi piccoli uffici del Post Office che erogano pensioni, attività finanziarie oltre che lo smistamento della posta, vengono accusati di furto, frode e falso in bilancio. Accuse terribili con un risultato tragico: quattro persone si suicidano, molti perdono il lavoro e la casa. Circa 700 vengono condannati anche se la colpa non è loro. Il malfunzionamento del software giapponese ha creato questo danno colossale ma nessuno se ne accorge, oppure fa finta di non accorgersene e non va mai in loro aiuto. Sembra certo che fin dal 2010 molti sapessero del cattivo funzionamento del programma informatico, eppure non fecero assolutamente nulla per salvare questi poveri innocenti. La BBC aveva fatto dei documentari in TV e in radio di denuncia molto drammatici. Ma c’è voluta questa mini serie televisiva a scatenare l’immaginario collettivo della popolazione fino a far intervenire il primo ministro inglese, Rishi Sunak.

Il potere delle storie sul grande schermo nel “cambiare” le vite

Stefania Garassini, docente di Digital Journalism all’Università Cattolica di Milano, autrice di numerosi libri come “Lo schermo dei desideri, come le serie tv cambiano la nostra vita”, ha spiegato alla RSI come il meccanismo che ha suscitato questo rinnovato interesse sia la storia. “Un’inchiesta giornalistica, per quanto brillante e per quanto scritta bene anche con un linguaggio diciamo coinvolgente con dati e informazioni, spiega, si rivolge soprattutto all’intelletto alla nostra mente, alla nostra razionalità. Mentre invece una storia ben raccontata parla al cuore, parla alla nostra emotività e quindi ottiene molto più effetto. Questo è uno dei motivi per cui le storie sono così potenti, nel bene o nel male. In questo caso la storia ha avuto il merito di riportare a galla al centro del dibattito un caso che sembrava ormai dimenticato. E certamente l’efficacia con cui è riuscito a farla è proprio legata alla tipologia di linguaggio che ha la narrazione che riesce a coinvolgerci molto di più, quindi a muoverci come in questo caso dove appunto si è mosso tutto un movimento di opinione”.

Non è quindi esagerato affermare che le fiction, oltre a divertire alleggerire la quotidianità, servono effettivamente a qualcosa e spesso storie vere vengono traslate in una serie. Ma qual è il criterio di scelta dei soggetti? “Ci sono tanti aspetti da considerare, prosegue la docente, anche per esempio il luogo. Ci sono località che si prestano meglio di altre a girare un certo tipo di storia però direi che certamente il criterio principale è la vicinanza alla situazione in cui ci troviamo oggi, quindi trovare dei personaggi che possono parlare ancora al pubblico odierno. Nel caso della serie che abbiamo citato è un po’ andata così, cioè sono riusciti ad attualizzare una vicenda e a dargli appunto una consistenza, una capacità di immedesimarsi nei personaggi e quindi questo ha funzionato per cui direi che sicuramente questo è il criterio principale”. Nei giorni scorsi, a proposito degli “effetti” di queste quattro puntate, lo stesso Sunak ha riferito che il governo sta valutando misure per tutelare e risarcire oltre 700 impiegati postali ingiustamente accusati di aver rubato soldi nelle loro rispettive filiali tra il 1999 e il 2015.
                

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Una storia di furti mai avvenuti in GB diventata serie TV

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