"Prendiamo atto della scelta" del Regno Unito di non voler estendere il periodo di transizione e quindi si dovrà "lavorare in modo serio allo scopo di fare progressi in modo tangibile". Lo ha dichiarato venerdì il capo dei negoziatori dell’Unione Europea, Michel Barnier.
Quest’ultimo ha ricordato che il raggiungimento dei progressi sperati "non è avvenuto" nel corso dell'ultima tornata di negoziati e che "il Regno Unito non si è voluto impegnare in maniera sostanziale su punti importanti e precisi che sono previsti dalla dichiarazione politica. Lo deploro e mi inquieta", ha affermato l'ex ministro francese.
"Non possiamo accettare di fare progressi selettivi" per l'accordo sulle relazioni future con il Regno Unito ma "dobbiamo fare progressi su tutti" i punti previsti dalla dichiarazione politica, ha spiegato Barnier, che ha concluso rilevando come "il Regno Unito non si possa rifiutare di estendere il periodo di transizione e nel contempo rallentare la discussione in alcune aree" dei negoziati.
Londra, dal canto suo, "deplora che l'offerta dell'UE sul commercio dei beni resti ben al di sotto di quanto concordato (da Bruxelles) in trattati di libero scambio recenti con altri Paesi sovrani" e ritiene che questo"riduca considerevolmente" la credibilità "dell'aspirazione a un'intesa a zero dazi che condividiamo" per le relazioni del dopo Brexit. Lo afferma Downing Street in una nota diffusa anome del capo negoziatore di Londra, David Frost, in risposta all'attacco di Michel Barnier.