Con la crisi legata agli approvvigionamenti energetici, sono molte le ricette proposte per risparmiare ed evitare da una parte blackout e dall’altra un’esplosione dei costi. E tra queste, negli ultimi giorni, sta prendendo piede, soprattutto in Italia, quella di mantenere l’ora legale, ossia l’orario estivo che abitualmente viene adottato dall’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre, per tutto l’anno. L’appello è partito dalla Società italiana di Medicina ambientale che punta sulla possibilità di guadagnare un’ora di luce e calore solare giornalmente. Secondo stime, se questo avvenisse, l’Italia potrebbe risparmiare sui consumi di energia circa un miliardo di euro nel primo biennio. La proposta è stata accolta positivamente da più partiti, ma la questione è un po’ più complicata.
Lancette avanti, lancette indietro
Il tema del cambio di orario è da decenni dibattuto, tra favorevoli e contrari. Nel 2019, il Parlamento europeo ha approvato con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni la risoluzione legislativa proposta dalla Commissione e chiesta dall’84% dei 4,6 milioni di cittadini che hanno partecipato a un sondaggio, che sanciva la fine del passaggio dall’ora solare a quella legale. I singoli Stati dovevano poi pronunciarsi su quale orario adottare durante i 12 mesi dell’anno. A causa della pandemia di coronavirus, il tema è andato in secondo piano, per riemergere, per l’appunto ora. I paesi del Sud Europa hanno più interesse a mantenere l’orario estivo, mentre quelli del Nord, sostenendo di non beneficiare di base di più luce, di mantenere quello solare. Ad oggi, una decisione definitiva di ogni Stato membro non è stata ancora adottata.
E la Svizzera? Il ruolo delle mucche
In tutto questo, la Svizzera, che posizione ha? In questo caso, conviene fare un passo indietro nella storia elvetica per capire la sua politica attuale sulla questione. L’idea di adottare l’ora legale non è stata accolta con grande entusiasmo nella Confederazione nella prima metà del Novecento. Mentre i paesi limitrofi in guerra scelsero questa opzione per risparmiare energia, a causa della carenza di carbone, la Svizzera prese tempo. Non aveva il problema del carbone, siccome il suo fabbisogno era coperto da energia idroelettrica. Ma non solo, i contadini mostrarono preoccupazione per le loro mucche che, con il cambio di orario avrebbero subito anche un cambio nel ritmo di mungitura. Il cambio orario fu adottato poi nel 1941 e 1942, per poi essere accantonato. In questo caso si evocarono possibili risparmi energetici, ma che alla fine furono trascurabili. Bisogna arrivare al 1981 per un allineamento di Berna ai paesi a lei confinanti. In questo caso, prevalse un unico pensiero: bisognava avere un orario comune per agevolare il mercato europeo.
…no all’”isola temporale”
Quindi la decisione del Consiglio federale di introdurre l’ora legale è stata prettamente di ordine economico. Anche perché, come si più leggere proprio sul sito del Governo, nel caso di “un sistema orario differente la Svizzera diventerebbe un’isola temporale con le conseguenze che ne derivano in particolare nei rapporti commerciali, nel settore dei trasporti, nel turismo e nelle comunicazioni”. Ma per quanto riguarda il risparmio energetico? Come in passato, anche oggi, il binomio cambio orario-risparmio energetico non ha nessuna rilevanza. In un’intervista del 2018 a “L’Illustré”, l’allora capo media e politica Fabien Lüthi dell’Ufficio federale dell’energia sosteneva che i risparmi erano nulli. Uno studio condotto nel 2010 era giunto a queste conclusioni e nessun altro studio è stato fatto sino ad ora per verificare nuovamente questa affermazione.
La questione salute
Ma se da una parte c’è chi spinge per avere giornate “più lunghe” per risparmiare energia, dall'altra c’è chi lancia l’allarme per quanto riguarda la salute. Con l’ora legale permanente, vi sarebbe, secondo una serie di studi, un aumento del numero di persone con problemi di insonnia, diabete e obesità. Negli Stati Uniti, dove il Senato ha approvato il “Sunshine Protection Act” (non è ancora una decisione definitiva, si deve esprimere ancora la Camera), ossia la proposta di mantenere sempre l’ora legale, diversi medici hanno avvertito sui possibili pericoli derivanti da questa decisione. Secondo gli esperti, mantenendo questo orario, non verrebbero rispettati i ritmi circadiani del corpo umano. In una recente presa di posizione anche la Società di endocrinologia italiana ha sottolineato che l’ora legale potrebbe essere deleteria, con il 20% di possibili conseguenze negative sul metabolismo e il sistema cardiovascolare. Ora toccherà quindi alla politica vagliare tutte queste problematiche per riuscire a salvaguardare allo stesso tempo economia e salute.
Von der Leyen, ridurre i consumi
Telegiornale 14.09.2022, 14:30