Si sono aperte domenica alle 7.00 in Macedonia le urne per il referendum sull'accordo con la Grecia che ha stabilito in “Macedonia del nord” il nuovo nome del Paese ex jugoslavo. Una consultazione ritenuta cruciale per il futuro della Macedonia.
Poco più di 1,8 milioni di elettori sono chiamati a dire sì o no all'intesa che lo scorso giugno ha posto fine a una disputa durata 27 anni.
Con essa Atene si è impegnata a togliere il blocco che per tutti questi anni - temendo pretese territoriali sulla sua provincia settentrionale chiamata Macedonia - ha imposto sul cammino di Skopje verso UE e Nato.
Il sì all'accordo è stato posto dalla comunità internazionale come condizione per l'integrazione euroatlantica del Paese balcanico. A favore del sì all'accordo è schierato il governo del premier socialdemocratico Zoran Zaev, grande fautore dell'adesione all'Unione europea e all'Alleanza atlantica: contrari sono invece l'opposizione conservatrice guidata da Hristijan Mickoski, e il presidente nazionalista Gjorgje Ivanov.
Il quesito sottoposto agli elettori è “Siete favorevoli all'adesione a UE e Nato, accettando l'accordo tra Macedonia e Grecia?”. Per la validità del referendum è richiesta una affluenza alle urne di almeno il 50% più uno degli aventi diritto, con il sì o il no che per affermarsi hanno bisogno del 50% più uno dei voti espressi.
ATS/ludoC