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Macron e Zelensky: “Tregua senza precondizioni”

Europa e Ucraina contro un alleggerimento delle sanzioni contro la Russia, che con gli USA a Riad ha concordato il cessate il fuoco nel Mar Nero ma solo se potrà tornare a esportare grano e fertilizzanti

  • 26 marzo, 23:01
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Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky

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Di: AFP/pon 

La Russia “deve accettare un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina senza precondizioni”: questa è la posizione della Francia e di Kiev, ribadita nel colloquio di mercoledì sera a Parigi fra Emmanuel Macron e il suo omologo Volodymyr Zelensky. I due capi di Stato ritengono che si debba mantenere la pressione su Mosca e sono contrari ad un ammorbidimento delle sanzioni. “È troppo presto per parlarne”, ha detto Macron, tutto dipenderà dalla volontà del Cremlino “di conformarsi al diritto internazionale”.

Una posizione condivisa dall’UE, un portavoce della quale ha affermato mercoledì che la precondizione è un ritiro totale delle truppe del Cremlino dai territori che occupano nel Paese confinante. Una condizione che ben difficilmente verrà soddisfatta: forte dei successi sul terreno degli ultimi mesi, oggi è Mosca a tenere il coltello per il manico.

Russia e Ucraina nei giorni scorsi avevano concordato separatamente con gli Stati Uniti a Riad una tregua degli attacchi sulle infrastrutture energetiche e nelle acque del Mar Nero. Per la Russia, tuttavia, questo ha un prezzo: la possibilità di tornare a esportare liberamente il proprio grano e i fertilizzanti di cui è fra i maggiori produttori mondiali. Washington aveva accettato, l’Europa non ne vuole sapere. Era già questa la moneta di scambio per l’accordo sui cereali ucraini concluso nelle prime fasi del conflitto e da cui Mosca si era poi ritirata, non avendo ricevuto la contropartita promessa.

Alla vigilia di un incontro con una trentina di Paesi partecipanti a Parigi, Macron e Zelensky hanno discusso anche delle “garanzie di sicurezza” da fornire a Kiev una volta raggiunto un accordo di pace, per evitare che il conflitto riprenda. Questo sotto forma di altri due miliardi di euro di aiuti militari che la Francia garantirà all’Ucraina, ma si è di nuovo evocato anche l’invio di un contingente europeo. “Con un approccio pacifista” e quindi “non per combattere”, a meno che i peacekeeper vengano attaccati, ma solo per dissuasione, ha detto Macron. E Zelensky ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Igor Zhovka, uno dei suoi consiglieri, che aveva invocato invece la disponibilità anche a battersi a fianco degli ucraini.

L’ipotesi di questa forza di interposizione appare in ogni caso ancora lontana, per l’opposizione della Russia (che non vuole soldati di Paesi che hanno sostenuto la causa di Kiev, quelli della NATO in testa) e anche perché fra gli europei stessi non tutti sono entusiasti dell’idea: l’Italia ha per esempio escluso di inviare proprie truppe sul terreno.

Intanto Mosca e Kiev continuano ad accusarsi a vicenda di attacchi su infrastrutture strategiche che violerebbero lo spirito di quanto concordato in Arabia Saudita. Mercoledì ci sono stati nuovi lanci di droni: 117 su varie regioni ucraine nelle prime ore del mattino, poi di nuovo a tarda sera su Kharkiv.

01:43

Cessate il fuoco: divergenze tra Mosca e Kiev

Telegiornale 26.03.2025, 20:00

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