In Kazakistan "decine" di manifestanti sono stati uccisi dalla polizia durante la notte, mentre sono continuate le proteste violente in tutto il Paese. Lo ha annunciato la stessa polizia kazaka: "La scorsa notte le forze estremiste hanno tentato di prendere d'assalto gli edifici amministrativi e il dipartimento di polizia di Almaty, oltre a dipartimenti e posti di polizia locali".
"Decine di assalitori sono stati eliminati e le loro identità sono in corso di accertamento", ha dichiarato il portavoce della polizia della repubblica centroasiatica, Saltanat Azirbek, che ha definito la loro uccisione una "operazione antiterrorismo", affermando che sparatorie sono ancora in corso nella capitale economica del Paese, Almaty.
Secondo il ministero dell'Interno kazako, citato dai media locali, almeno otto membri delle forze dell'ordine sono rimasti uccisi negli scontri e altri 137 feriti. Immagini diffuse sui media e sui social locali mostrano negozi saccheggiati e alcuni edifici amministrativi presi d'assalto e dati alle fiamme.
In tarda serata ieri l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettivo (CSTO), che raggruppa la Russia e altre cinque repubbliche ex sovietiche, su richiesta del Kazakistan, ha annunciato l'invio di una "forza di pace" per "stabilizzare il Paese" perturbato da "interferenze esterne". A scatenare la protesta è stato l'annuncio dell'aumento dei prezzi del gas.