La vulnerabilità e il grado di pericolosità percepiti dalle persone non sono stati i fattori determinanti nella decisione di adottare misure precauzionali (come mascherine e distanze sociali) durante la pandemia. A dirlo è uno studio condotto dall'Università di Ginevra su un campione di 1'006 individui in Gran Bretagna.
RG 12.30 del 01.10.2020 Il servizio di Antonella Crüzer
RSI Info 01.10.2020, 19:30
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A muovere la gente nei suoi comportamenti sono i dilemmi sociali, scaturiti dalle azioni degli altri. "Le variabili sociodemografiche come l'età non creano molte differenze nei comportamenti - ha spiegato Lisa Moussaoui, ricercatrice della Facoltà di psicologia dell'UNIGE - Quello che ci differenzia sono le convinzioni".
Alcuni credono che il fatto che gli altri indossino la mascherina basti a proteggere anche loro
Secondo la stessa autrice dello studio, "il problema sono le persone che rinunciano ad adottare comportamenti precauzionali, credendo sia sufficiente che lo facciano tutti gli altri. O al contrario, chi si crea problemi a fare qualcosa perché vede che nessun altro la fa".
"È simile al discorso sul tema del cambiamento climatico: per un individuo è difficile percepire l'effetto del proprio comportamento in un ambito così vasto", ha dichiarato Lisa Moussaoui.