Si sono aggravate le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro, 61 anni, uno dei principali capi di Cosa nostra, arrestato il 16 gennaio scorso a Palermo dopo una latitanza durata quasi trent'anni. Nel pomeriggio il boss ha lasciato il supercarcere "Le costarelle" di Preturo dell'Aquila, dove è detenuto dal giorno dell'arresto, ed è stato trasferito tra imponenti misure di sicurezza nel reparto di chirurgia dell'ospedale San Salvatore, struttura sanitaria realizzata dove si tenne il G8 del 2009. In serata si è appreso che è stato operato e che si prospetta una degenza non breve.
Affetto da un tumore al colon grave ed aggressivo, il boss è sottoposto al regime detto "del 41bis", dall'articolo dell'ordinamento penitenziario italiano che disciplina il carcere duro: isolamento dagli altri detenuti, limiti all'ora d'aria, sorveglianza costante da parte di un gruppo speciale di secondini, colloqui limitati con i familiari, controllo della posta.
Nelle scorse settimane Messina Denaro aveva subito un piccolo intervento urologico ed era però rientrato in giornata nell'istituto di pena, dove - nella cella attigua alla sua - è stata allestita per lui una sala dove ricevere il trattamento di chemioterapia.
I legali del boss affermano che il suo stato di salute è ormai incompatibile con il regime del 41bis.
Intanto proporio oggi è stato depositato il testo dell'interrogatorio effettuato dopo l'arresto dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido. Messina Denaro nega di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, ma ammette di essere stato in contatto con il capomafia Bernardo Provenzano. "Io non mi farò mai pentito", dice tra l'altro Messina Denaro al procuratore.
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Notiziario 08.08.2023, 17:16
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