Continuano le indagini sulla rete di complici che ha protetto la latitanza di Matteo Messina Denaro. I carabinieri hanno arrestato oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri.
Il covo del boss a Campobello di Mazara
L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo
Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pubblici ministeri Piero Padova e Gianluca De Leo.
Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe ospitato "in via continuativa e per numerosi giorni", nella sua casa di Campobello di Mazara, il padrino all'epoca latitante.
Abitualmente, dunque, il boss sarebbe andato a pranzo e a cena nell'appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell'ordine. I coniugi - secondo i pm - avrebbero dunque fornito al boss "prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza".
Messina Denaro e il covo dell'"elvetico"
Telegiornale 20.01.2023, 20:00