Mentre le indagini continuano, aumentano i luoghi dove Matteo Messina Denaro aveva trovato rifugio. A Campobello di Mazara, comune di 11'000 abitanti nella provincia di Trapani, sono almeno quattro i covi trovati. E altre perquisizioni sono state effettuate in altri luoghi. Ma a far discutere alle nostre latitudini è il terzo covo scoperto giovedì dalle forze dell’ordine in via San Giovanni 260 sempre a Campobello di Mazara, proprio accanto all'abitazione dell'autista del boss, che venerdì è stato arrestato. Il proprietario, infatti, sarebbe residente in Svizzera da tempo. A dirlo un parente dell’uomo ai microfoni dei media italiani.
La polizia di Trapani, interpellata dalla RSI, conferma che il proprietario "sarebbe residente in Svizzera". "Ma manca dalla Sicilia da molto tempo", dice una vicina di casa sentita dal TG. L’uomo - secondo nostre informazioni - ha 77 anni e avrebbe altre proprietà nella zona. Per ora bocche cucite degli inquirenti su maggiori dettagli. Quello che è noto è che l’abitazione era in vendita e da almeno 20 anni non era più abitata ufficialmente. Ufficialmente, perché da quanto emerge dalle indagini sino a giugno sarebbe stata il covo del superlatitante, almeno sino a quando non ha traslocato nell'ultimo rifugio poco distante.
Sul côté elvetico abbiamo contattato l’Ufficio federale di giustizia per capire se ci sono sviluppi delle indagini italiane. Per ora – ci dicono via mail - in Svizzera non pendono rogatorie o procedimenti aperti. Ma in Svizzera sono molte le tracce di Matteo Messina Denaro già emerse negli anni passati, tra prestanomi, conti bancari e opere d’arte nascoste. Da noi contattato il Ministero pubblico della Confederazione ci spiega che “La procura federale ha avviato un procedimento penale il 29 dicembre 2014 contro ignoti per sospetto di riciclaggio di denaro (art. 305bis CP). Lavorando in stretto contatto con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo in una squadra investigativa comune. Ma sulla base delle indagini svolte in Svizzera, il 4 maggio 2016 il MPC ha archiviato il suddetto procedimento penale ai sensi dell'articolo 319 cpv. 1 lett. un StPO.”
In Svizzera non ci sono dunque indagini pendenti, tuttavia, non si escludono nuovi sviluppi alla luce dell’arresto del boss. Il Ministero pubblico della Confederazione ci ha infatti confermato di essere sempre in stretto contatto con le autorità italiane.