I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale e la procura di Palermo hanno individuato e perquisito il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì a Palermo. Si trova a Campobello di Mazara, nel Trapanese. Alla perquisizione, durata tutta la notte, ha partecipato anche il procuratore Paolo Guido che da anni indaga sull'ex latitante di Cosa Nostra. L'edificio, nel centro del paese (in Vicolo San Vito) è stato setacciato palmo a palmo. Non è ancora noto cosa sia stato trovato all'interno del covo.
Centro di 11'000 abitanti in provincia di Trapani, Campobello di Mazara è il paese di Giovanni Luppino, l'uomo che ha accompagnato il capomafia alla clinica Maddalena dove è scattato il blitz e che è finito in manette insieme al boss. Si trova a soli otto chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia.
L'individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia. E non solo: diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell'arresto, fatti sparire perché la casa, a differenza di ora, non fu mai setacciata.
Le aspettative sono elevatissime. Come ricordato ai microfoni della RSI dal magistrato Alfonso Sabella (già sostituto del pool antimafia di Palermo), quanto trovato nei covi di Leoluca Bagarella e di Giovanni Brusca portò all'arresto in totale di 700 persone.
In manette il boss della mafia Matteo Messina Denaro
Telegiornale 16.01.2023, 20:00