Ticino e Grigioni

Il boss, la Svizzera e il Ticino

"La storia di Matteo Messina Denaro ha solidi legami con la Confederazione e con personaggi attivi nel nostro Paese, almeno in passato" - L'intervista all'esperto

  • 17 gennaio 2023, 06:52
  • 20 novembre, 12:09
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Il boss Matteo Messina Denaro e il Ticino

Il Quotidiano 16.01.2023, 19:00

  • keystone
Di: Quot 

Dopo 30 anni di latitanza lunedì è stato arrestato Matteo Messina Denaro, sorpreso dalle forze dell'ordine italiane in una clinica privata di Palermo, dove si stava facendo curare sotto falso nome. Per anni ai vertici di Cosa nostra, Messina Denaro, fedelissimo di Totò Riina, è considerato uno dei principali responsabili della cosiddetta "stagione delle stragi" mafiose, stragi costate la vita, tra gli altri, ai giudici Falcone e Borsellino. Il boss aveva anche legami con la Svizzera e il Ticino. Il Quotidiano ne ha parlato con Francesco Lepori, giornalista della RSI e responsabile operativo dell'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata dell’Università della Svizzera Italiana.

Perché questa storia riguarda anche la Svizzera?

"La storia di Matteo Messina Denaro ha solidi legami con la Svizzera e con personaggi attivi in Svizzera, almeno in passato. Penso innanzitutto a Basilea, per la presenza già a partire dagli anni '70 del mercante d'arte Gianfranco Becchina, originario di Castelvetrano, come Messina Denaro. Becchina è stato più volte sotto inchiesta per traffico internazionale di reperti archeologici. Beni che venivano trafugati in Sicilia, attraverso una rete gestita prima dal padre del super latitante, e poi dallo stesso Messina Denaro. Più pentiti, a cominciare da Giovanni Brusca, hanno parlato dei rapporti tra Messina Denaro e Becchina. Attestati anche nel tempo da alcuni riscontri telefonici".

E il Ticino come rientra in questa storia?

"Non bisogna dimenticare che in Ticino, a Locarno, è nato e cresciuto Giovanni Domenico Scimonelli, successivamente condannato in Italia, nel 2016, proprio per le attività compiute a favore di Messina Denaro, di cui era diventato uno dei fedelissimi, e nel 2018 all'ergastolo, come mandante di un omicidio. Scimonelli ha contribuito alla latitanza di Messina Denaro svolgendo più compiti: per esempio gli recapitava messaggi, i famigerati "pizzini", con cui il boss impartiva ordini, anche riferiti al mantenimento della sua famiglia, alla quale Scimonelli provvedeva. Il 55enne si occupava inoltre di altre questioni strettamente economiche: faceva da corriere per il denaro, tra la Sicilia e il Ticino, dove erano stati aperti dei conti, così come aveva creato (è emerso dalle indagini) schermature societarie finalizzate all'ottenimento e all'uso di carte di credito".

Tutte attività servite a finanziare la latitanza durata 30 anni del boss?

"Certamente. Una latitanza di questo calibro comporta sempre costi enormi. Tanto per la sua durata, quanto per il numero di persone che è necessario coinvolgere. Messina Denaro l'ha finanziata anche attraverso attività a cavallo tra la Svizzera e l'Italia. Per noi è l'ennesima conferma della presenza, quella mafiosa, quasi sempre silente, ma non certo meno pericolosa. Lo dico ogni volta, da noi non si spara, certo, ma perché il ricorso alla violenza creerebbe un allarme sociale che sarebbe da ostacolo alla cura degli interessi economici. La forte vocazione imprenditoriale di Messina Denaro e di personaggi come Scimonelli è stata peraltro fonte di attriti nientemeno che con il "capo dei capi" Totò Riina, che vedeva invece nell'ex pupillo la figura ideale per proseguire con la strategia stragista. Strategia, ricordo, in cui Messina Denaro ebbe un ruolo di prim'ordine, sia nelle stragi del '92, sia negli attentati commessi l'anno seguente ai danni del patrimonio artistico e culturale italiano".

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In manette il boss della mafia Matteo Messina Denaro

Telegiornale 16.01.2023, 20:00

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