Il Vaticano non era al corrente degli abusi da lui commessi quando l'ex cardinale statunitense Theodore McCarrick, oggi 90enne, fu promosso prima da papa Paolo VI vescovo ausiliare di New York (1977), poi da Giovanni Paolo II vescovo di Metuchen (1981), arcivescovo metropolita di Newark (1986), arcivescovo metropolita di Washington (2000) e infine creato cardinale nel 2001. O comunque, in particolare al momento della nomina a Washington, si agì sulla base di informazioni parziali e incomplete. È quanto emerge dal "Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l'ex cardinale Theodore Edgar McCarrick (dal 1930 al 2017)", redatto dalla Segreteria di Stato per volontà di Papa Bergoglio e pubblicato oggi (martedì) dopo un lavoro di documentazione e indagine durato due anni.
Ex cardinale ritenuto colpevole
Telegiornale 16.02.2019, 21:00
McCarrick è accusato di aver compiuto per lungo tempo abusi omosessuali sia su giovani seminaristi sia su minori e per quest'ultimo delitto è stato privato da Papa Francesco della porpora nel luglio 2018 e ridotto allo stato laicale nel febbraio 2019, al termine di un processo canonico.
Le 461 pagine del documento contengono 90 testimonianze. Vi si legge fra l'altro che diversi vescovi americani hanno fornito nel tempo informazioni "inesatte e incomplete". Nessun processo decisionale della Chiesa, ha spiegato il segretario di Stato Pietro Parolin, è esente da errori, perché paga tributo alle "omissioni" dei suoi membri. Le voci su McCarrick avevano cominciato a circolare negli anni '90, prima quindi del culmine della sua carriera ecclesiastica. Fu tuttavia creduta una sua lettera al segretario di Giovanni Paolo II, monsignor Stanislaw Dziwisz, in cui negava tutto. La prima denuncia penale risale solo al 2017. Le associazioni in difesa delle vittime della pedofilia nella Chiesa attendevano da tempo le conclusioni del rapporto.