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Messico e nuvole per Biden

L’emergenza migratoria al confine sud degli Stati Uniti è la prima crisi della nuova presidenza

  • 25 marzo 2021, 22:02
  • 22 novembre, 17:21
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USA: accelera la pressione migratoria

Telegiornale 25.03.2021, 21:00

Di: Massimiliano Herber 
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Il cantiere del muro fermo a McAllen, Texas

  • RSI/mh

Alla stazione degli autobus di McAllen, Texas, il viavai è senza sosta. In pullman, su furgoni o a piedi, continuano ad arrivare comitive di migranti dal Centro America. Per molti è un capolinea, per la maggior parte il Centro di accoglienza che da oltre trent’anni sorge di fronte ad essa è la speranza di un nuovo inizio.

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La stazione degli autobus di McAllen

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I numeri dicono che dall’aprile 2020, finita la prima quarantena per il coronavirus, la curva di chi cerca di varcare il confine tra Messico e Stati Uniti ha ripreso ad aumentare. Da gennaio l’impennata, soprattutto di adulti in cerca di lavoro e minorenni non accompagnati.

Quando la Border Patrol li lascia, tocca a suor Norma Pimentel prendersi cura dei migranti, qui perlopiù famiglie e bambini. Questa suora di 67 anni nel 2020 era stata nominata dalla rivista Time tra i 100 personaggi più influenti. Qui a McAllen, lei organizza quello che lo Stato o il Governo federale non possono o vogliono fare.

“Non appena arrivano, ci dice, dobbiamo chiamare i loro parenti negli Stati Uniti, perché sappiano che arrivano, diamo da mangiare, da pulirsi e vestiti, e chiamiamo un dottore se necessario”. I migranti iniziano qui un processo che dura dai 3 ai 5 anni per stabilire se possono rimanere negli USA. Anche lei deve fare i conti con l’aumento degli arrivi. “È iniziata con 100 persone a gennaio, poi 200, 300... In media 500, ieri erano addirittura 700”. Ma sono aumentati da quando Biden è presidente? Con voce ferma, suor Norma pare voler evitare ogni polemica politica: “Non voglio ricadere nella narrative dei trafficanti che sfruttano le persone. Quale che sia il messaggio politico del Governo loro riescono sempre a convincere i migranti che è il momento giusto per partire”.

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Un furgone del Border Patrol

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Suor Norma fa incontrare alla troupe del Telegiornale una madre appena arrivata dall’Honduras con la figlia di 5 anni. Ha lasciato il suo paese, flagellato dalla povertà e dagli uragani, il 26 settembre e per 6 mesi ha cercato di varcare il confine tra Messico e USA. “Dormivo per strada e mangiavo quel che mi davano. Mia figlia ha rischiato di annegare e ho temuto potessero rapirmela. Ho sofferto molto, ma grazie a Dio ora sono arrivata”, ci dice singhiozzando. Non vuole parlare dei soldi pagati per il suo viaggio della speranza (N.d.r.: solitamente tra i 10 e 12mila dollari, l’equivalente a 3 anni di risparmi), ma confessa di aver lasciato in Honduras una figlia di 13 anni, uno di 24 e un bebé di 15 mesi, “non avevo abbastanza soldi per portarli tutti”.

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Un centro di accoglienza per i migranti

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Dopo pochi minuti suor Norma ci dice che per la mamma e la bimba l’incontro coi media è durata abbastanza. “Avevamo ancora più gente nel 2019, ne ospitavamo anche mille ogni giorno, e sta accadendo ancora...”, dice con sconsolato pragmatismo, “Se guardiamo il problema dell’immigrazione concentrandoci solo sulla frontiera non lo risolveremo”.

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Il cartello dell'ufficio dell'immigrazione in dogana

  • RSI/mh

L’emergenza migratoria al confine col Messico è la prima crisi di Joe Biden che ha nominato la sua vice Kamala Harris quale responsabile diretta del dossier. È quanto sia caldo e delicate il dossier, lo dimostra il continuo andirivieni di camion fuori Donna, a una ventina di chilometri di McAllen. In gran fretta si cerca di ampliare il centro di accoglienza costruito nel 2012 ai tempi di Barack Obama.

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Il cantiere del centro di smistamento di Donna, Texas

RSI Info 25.03.2021, 21:40

Lungo la vallata del Rio Grande ci sono due grandi centri di smistamento (a El Paso e a Donna), ma le loro dimensioni sono inadeguate visto il nuovo grande afflusso di migranti. Il numero di persone accolte è 7 volte maggiore la capacità, anche per questo giornalisti e telecamere non sono ammessi. E le immagini trapelate dall’interno grazie al deputato democratico che li ha visitati hanno imbarazzato l’Amministrazione Biden.

Foto interno - fonte Rep. Cuellar_Axios.jpeg

L'interno di un centro di smistamento

  • Axios/Twitter

Ma all’origine di questa crisi c’è stata un’ambiguità nel messaggio di Joe Biden annunciando la fine della costruzione del muro, l’accoglienza di minori non accompagnati e un approccio “più umano”? Lo chiediamo a Carlos Garcia, avvocato dell’immigrazione, attivo e cresciuto qui a McAllen, dalla parte “giusta” del confine. “I migranti non smettono di entrare negli Stati Uniti perché cambiano le leggi”, ricorda. Ma allora il caos attuale di chi è la responsabilità? “Ma non è nulla di nuovo, era il caos durante Obama, ancora più caos durante Trump e ora anche con Biden c’è il caos perché non sono pronti dei protocolli”, chiosa Garcia. Qui tutti vogliono evitare polemiche, abituati a vivere sul confine. Ma chiaramente la riforma dell’immigrazione, un vespaio che ogni Presidente americano ha cercato di affrontare, è la prossima nuova frontiera per Joe Biden.

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