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Migrazione e crimine: il viaggio di Kristi Noem

La Segretaria per la sicurezza USA punta a rafforzare il messaggio della Casa Bianca in un viaggio poco più che simbolico

  • 29 marzo, 18:02
  • Ieri, 14:37
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Noem in visita al mega carcere "Cecot" e El Salvador

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Di: Laura Daverio, collaboratrice RSI da Città del Messico

La prima tappa del viaggio della Segretaria per la sicurezza interna statunitense è stata El Salvador, dove due settimane fa sono stati imprigionati oltre 200 migranti espulsi dagli Stati Uniti, accusati di far parte delle bande criminali venezuelane Tren de Aragua e quella transnazionale M-13. Rimangono rinchiusi nella mega carcere “Cecot” voluta dal presidente Nayib Bukele, un simbolo della sua battaglia contro la criminalità, ma anche un luogo noto per le gravi violazioni dei diritti umani e per le immagini umilianti dei prigionieri che vengono periodicamente diffuse.

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Guardie del Centro di Confinamento per il Terrorismo (Cecot) che trasferiscono i presunti membri della banda criminale conosciuta come Tren de Aragua

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Per giustificare l’eccezionale espulsione, l’amministrazione Trump ha invocato una legge del 1798, che consente al governo di detenere ed espellere, in tempo di guerra, chi minaccia la sicurezza nazionale, senza garantire un giusto processo. Nonostante un giudice avesse bloccato l’ordine, questo è stato ignorato.

Tra i detenuti c’è Jerce Reyes Barrios, un calciatore professionista venezuelano. Secondo la sua avvocata, ha atteso quattro mesi per ottenere un appuntamento e presentare la sua richiesta di asilo. Senza precedenti penali, stava aspettando l’udienza. Non era il solo. Quando Kristi Noem ha visitato la mega carcere, non ha chiesto di incontrare Reyes Barrios o altri prigionieri. Davanti alle celle, con i prigionieri appoggiati alle sbarre, si è filmata dicendo: “Per prima cosa, non venite negli Stati Uniti illegalmente, sarete espulsi e perseguiti dalla legge. E sappiate che questa (la prigione) è uno strumento che useremo se commettete crimini contro il popolo americano”. Un video ad effetto, che equipara l’ingresso senza visto negli Stati Uniti a un crimine.

Tuttavia, entrare in un paese per chiedere asilo politico è un diritto umano, non un reato. Ma l’amministrazione Trump non solo ha chiuso i canali per chiedere asilo, sta rimandando anche chi era stato precedentemente accolto. È stata proprio la Segretaria Noem a comunicare che verranno revocati i permessi di soggiorno a oltre 530’000 persone provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, che avevano beneficiato di un programma di accoglienza umanitaria promosso dall’amministrazione Biden.

L’amministrazione Trump verserà 6 milioni di dollari al governo salvadoregno per il “servizio” reso. Mentre la Segretaria Noem si filmava in prigione, El Salvador segnava tre anni dall’adozione dello stato di emergenza, una misura che avrebbe dovuto durare al massimo 30 giorni. Un traguardo segnato da proteste popolari. Lo stato di emergenza ha permesso, arresti di massa senza procedura legale, con quasi 90’000 persone incarcerate, seguite da denunce di torture e omicidi. Oggi El Salvador detiene il primato mondiale per numero di persone incarcerate pro capite.

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Laura Sarabia, ministra degli esteri colombiana, e Kristi Noem, Segretaria per la sicurezza USA 

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Dopo El Salvador, il viaggio di Kristi Noem è proseguito in Colombia, il primo paese a opporsi alla politica di espulsione di Trump, rifiutando voli militari con migranti in catene. In risposta, Trump ha imposto dazi sulle merci colombiane, costringendo il presidente colombiano a cedere. L’incontro con Kristi Noem ha cercato di ristabilire i legami tra i due paesi. Qui ha incontrato il presidente Gustavo Petro e la ministra degli Esteri Laura Sarabia. È stato firmato un memorandum di intesa per la condivisione delle informazioni migratorie. La Colombia, oltre a essere un paese di emigrazione, è anche un punto di transito per i migranti venezuelani: quasi 8 milioni di venezuelani hanno lasciato il paese negli ultimi 10 anni, molti dei quali ora risiedono in altre nazioni dell’America Latina e dei Caraibi.

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In Messico Kristi Noem ha incontrato la Presidente Claudia Sheinbaum

L’ultima tappa del viaggio di Kristi Noem è stato il Messico, dove ha incontrato la Presidente Sheinbaum, a pochi giorni dall’annuncio di Trump sull’imposizione, dal 2 aprile prossimo, di dazi del 25% sulle automobili importate negli Stati Uniti. Il Messico è il principale fornitore di automobili per il paese, con la maggior parte della produzione statunitense realizzata sul suo territorio. La visita della Segretaria Noem, incentrata su migrazione, lotta alla droga e controllo della frontiera, non ha portato a risultati concreti, ma a vaghe dichiarazioni. Claudia Sheinbaum ha definito l’incontro “produttivo”, mentre Kristi Noem ha parlato di un passo nella giusta direzione, sottolineando che resta molto da fare.

Mentre la Segretaria tornava a Washington, carri armati si posizionavano sul lato statunitense della frontiera, un’ultima mossa di cui è difficile immaginare l’utilità, se non per l’impatto visivo.

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Messico, fine della visita di Kristi Noem

Telegiornale 29.03.2025, 12:30

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