Più rigore sui rimpatri dei migranti, maggiori controlli alle frontiere esterne e snellimento delle procedure: sono alcuni dei punti della riforma in materia di asilo presentata oggi, mercoledì, dalla Commissione europea. Il nuovo "patto" è stato illustrato dalla presidente Ursula von der Leyen come un "equilibrio giusto e ragionevole" tra "responsabilità e solidarietà" tra i vari membri dell'Unione. Ma secondo alcuni, è una concessione alla linea dura dei Paesi più ostili all'accoglienza dei rifiugiati.
Tra le novità, c'è la partecipazione ai rimpatri da parte di quei Paesi che non vogliono accogliere richiedenti asilo: un modo per aggirare il persistente rifiuto del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia). Ma, soprattutto, c'è il superamento del Trattato di Dublino, ovvero del meccanismo che attribuiva automaticamente la responsabilità dell'accoglienza al primo Paese di arrivo, mettendo particolarmente sotto pressione i territori di frontiera, quali Italia, Spagna e Grecia.
Secondo la proposta di Bruxelles, il Paese responsabile della domanda d'asilo potrebbe essere quello in cui il migrante ha dei legami familiari, quello in cui ha lavorato o studiato, o quello che ha rilasciato un visto. Negli altri casi, resterà quello di prima accoglienza. Tutti gli Stati saranno coinvolti a seconda del loro peso economico e della loro popolazione - ha spiegato la commissaria europea agli affari interni, Ylva Johansson - ma potranno scegliere tra accogliere i richiedenti asilo, "sponsorizzare" il rimpatrio di un migrante o contribuire a costruire centri di accoglienza.
Per quanto riguarda i confini esterni, i controlli saranno rafforzati in modo che le domande d'asilo vengano trattate direttamente alla frontiera nel giro di 12 settimane, e chi non ha i requisiti per ottenere la protezione internazionale venga rimpatriato subito.
"Il meccanismo di solidarietà, con i ricollocamenti ed i rimpatri sponsorizzati, scatterà in modo automatico per i migranti che vengono salvati in mare. Ma anche il Paese di sbarco ne dovrà accogliere una parte", ha precisato Johansson, preannunciando che "non ci saranno più soluzioni ad hoc" ad ogni sbarco, perché ci saranno indicazioni precise e prefissate, sulla base della valutazione della Commissione europea.