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Morte e devastazione nelle Filippine

Il ciclone Goni, il più potente dal 2013, ha provocato finora almeno 10 morti, ma il bilancio è destinato a salire – In arrivo un’altra tempesta

  • 1 novembre 2020, 20:21
  • 22 novembre, 18:15
00:16

Notiziario 17.00 del 01.11.2020

RSI Info 01.11.2020, 20:19

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Le Filippine sono state travolte ciclone Goni, il più potente dal 2013, che ha lasciato dietro sé una scia di morte e distruzione. Finora le vittime accertate sono almeno 10, ma si tratta di un bilancio decisamente provvisorio perché intere aree sono rimaste isolate, impossibili da raggiungere per i mezzi di soccorso.

Goni ha toccato terra prima dell'alba sull'isola di Catanduanes con venti a 225 km/h e raffiche di vento che hanno raggiunto i 320 km/h scoperchiando i tetti delle case, abbattendo alberi e distruggendo linee elettriche. Le piogge torrenziali hanno provocato frane che hanno inghiottito interi isolati e le strade sono state trasformate in torrenti. I contatti sono stati persi completamente con la città di Virac, a Catanduanes, dove vivono circa 70’000 persone.

“Condizioni catastrofiche”

Le autorità parlano di condizioni "catastrofiche" in molte regioni. Le persone evacuate sono quasi 400mila, ha detto il capo della Protezione civile Ricardo Jalad. Il presidente Rodrigo Duterte, ha riferito il suo portavoce Harry Roque, sta monitorando la risposta del governo al disastro dalla sua città natale di Davao, nel sud del Paese.

Goni ha generato venti a 225 km/h e raffiche che hanno raggiunto i 320 km/h

Goni ha generato venti a 225 km/h e raffiche che hanno raggiunto i 320 km/h

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Inizialmente classificato nella categoria dei "super tifoni", Goni ha devastato la regione di Albay, nel sud-est dell'isola di Luçon, dove più di 300 case sono state sepolte sotto rocce vulcaniche e colate di fango dal vulcano Mayon. Non è stato finora possibile fare una stima di quanti siano stati sepolti vivi all'interno delle abitazioni. Poi è stato declassato a violenta tempesta tropicale mentre procedeva verso l'isola della capitale Manila e poi alla volta del Mar Cinese Meridionale.

A Manila, per precauzione, sono state evacuate alcune bidonville situate nelle zone più elevate e l'aeroporto internazionale Ninoy Aquino è stato chiuso, con decine di voli cancellati. Migliaia di militari sono stati posti in stato d'allerta per aiutare le evacuazioni, rese più difficili dalla pandemia di coronavirus. Le scuole, chiuse per contenere la diffusione del virus, sono utilizzate come rifugi, come pure le palestre.

Sono stati evacuati anche i pazienti affetti da Covid che erano in isolamento in tendopoli appositamente allestite e ora spazzate via dal vento. Le risorse finanziarie e logistiche destinate alle emergenze sono state in gran parte assorbite dalla pandemia creando un problema ulteriore. Ufficialmente nelle Filippine i casi recensiti sono oltre 380mila e più di 7’200 i decessi, ma i dati reali sono probabilmente molto più alti.

Goni è uno dei cicloni più forti che hanno colpito il Paese dal 2013, quando il ciclone Haiyan provocò più di 6.300 morti. Intanto l'ufficio meteorologico ha avvertito dell'arrivo di un altro ciclone, Atsani, per ora classificato come tempesta tropicale, ma che potrebbe prendere forza.

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