A undici settimane dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina continuano i pesanti bombardamenti dei soldati di Mosca in varie zone del Paese ed è la gente comune a pagare il prezzo più alto. Nell’est un attacco aereo a Novhorod-Siverskyi avrebbe causato tre morti e 19 feriti, mentre nella regione di Donetsk sono quattro le vittime civili ucraine.
E con gli attacchi continuano pure gli accertamenti sui (al momento presunti) crimini di guerra dei russi in territorio ucraino. Il viceministro degli Affari interni dell'Ucraina Yevhen Yenin ha affermato che nella regione di Kharkiv l'esercito russo ha sparato ai civili da un carro armato.
A livello diplomatico, la giornata di giovedì aveva visto il voto a larga maggioranza di giovedì a Ginevra del Consiglio per i diritti umani dell’ONU a favore proprio dell'apertura di un'inchiesta sulle presunte gravi violazioni in materia commesse dalle forze russe in Ucraina. La Russia ha condannato tale circostanza, che accresce la pressione sul Cremlino, per voce della missione permanente della Russia presso la sede ginevrina delle Nazioni Unite, che ha evocato di nuovo il nazismo: "Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo", hanno dichiarato i diplomatici russi.
Berna e Ankara mediano per i soldati dell'Azovstal
E giovedì sera nella trasmissione RAI “Porta a porta” di Bruno Vespa, il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che Berna e Ankara stanno mediando con la Russia per consentire uno scambio tra i militari ucraini barricati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol e prigionieri di guerra russi. "Noi dobbiamo lottare per qualsiasi persona. Per quanto riguarda i feriti, abbiamo fatto avere le informazioni alla parte russa. Abbiamo lavorato con il meccanismo della terza parte, con Svizzera e Turchia, loro ci stanno lavorando”.
Mosca deve fare i conti pure con altre minacce, più legate all'economia. È di oggi, venerdì, la notizia secondo la quale se Gazprom non riempirà di gas l'impianto di stoccaggio di Salisburgo, l'Austria è pronta a confiscarlo e a metterlo a disposizione di altri fornitori. Lo scrive Ukrainska Pravda che cita il cancelliere austriaco Karl Nehammer in un'intervista alla Kronen Zeitung. "Ci assicureremo che se Gazprom non riempirà il nostro più grande deposito glielo prenderemo e lo consegneremo ad altri fornitori", ha affermato il cancelliere.