Il giornalista e scrittore Roberto Saviano è stato condannato a Roma alla pena pecuniaria di 1’000 euro per avere diffamato la premier Giorgia Meloni. Il procedimento è legato ad una vicenda del dicembre 2020 (quando Meloni era schierata all’opposizione). Il giudice monocratico ha riconosciuto le attenuanti generiche tra le quali l’avere “agito per motivi di particolare valore morale” dichiarando la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziario. Il difensore di Saviano, l’avvocato Antonio Nobile, ha annunciato il ricorso in appello.
L’avvocato di Meloni aveva chiesto un risarcimento di 75’000 euro per diffamazione, mentre la pubblica accusa una pena pecuniaria di 10’000. Saviano, che vive sotto protezione della polizia dalla pubblicazione del suo bestseller “Gomorra” (che parla della camorra), rischiava fino a tre anni di carcere.
Nel 2020 a Saviano, nel corso di una trasmissione televisiva che affrontava il tema dei migranti, fu chiesto di commentare la morte di un bambino di sei mesi, originario della Guinea, in un naufragio.
Lo scrittore, visibilmente sconvolto, aveva puntato il dito contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il leader della Lega (contrario all’immigrazione, che ora è vicepremier): “Voglio solo dire alla Meloni, e a Salvini, siete dei bastardi! Come avete potuto?” La leader di Fratelli d’Italia aveva sporto denuncia, mai ritirata, nemmeno dopo la sua nomina a presidente del Consiglio.
Nel 2019 la Meloni aveva detto che le navi delle ONG umanitarie che salvano i migranti “dovrebbero essere affondate”, nonostante il fatto che i migranti salvati dalle ONG rappresentino solo il 5% del totale degli arrivi in Italia. Nello stesso anno Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, aveva bloccato l’arrivo di queste navi in Italia. È parte civile nel processo.
Nel novembre 2022, Saviano ha spiegato di aver usato il termine “bastardo” per sottolineare il danno causato dalle “bugie” della Meloni e di Salvini sulle ONG. “Come si può essere così sconsiderati da isolare, infangare e trasformare le navi umanitarie in navi pirata?”, ha detto indignato.
“Lasciare annegare la gente non è un’opinione politica. Screditare le navi umanitarie non è un’opinione politica, è un’infamia e soprattutto è disumano”, ha aggiunto.
Lo scrittore, che dalla pubblicazione di “Gomorra” è sotto protezione da parte della polizia a causa delle minacce della mafia, ha ritenuto l’anno scorso che il procedimento contro di lui fosse finalizzato a “intimidirne uno per intimidirne cento”. Il suo avvocato teme anche l’effetto “dissuasivo” di una condanna sui partecipanti al dibattito pubblico.
I gruppi per la libertà di stampa ritengono che questi processi siano il simbolo di una cultura italiana in cui i personaggi pubblici, spesso politici, intimidiscono i giornalisti con ripetute querele.
L’Italia è al 41° posto nell’indice mondiale della libertà di stampa 2023 pubblicato da Reporter senza frontiere.
L’associazione di scrittori PEN International, che difende la libertà di espressione, ha scritto giovedì sui social network: “Il fatto che questo processo sia stato avviato dalla Meloni, prima ministra italiana, è un pericoloso avvertimento per scrittori e giornalisti, che suggerisce che le loro parole potrebbero portare a lunghe battaglie legali (...) e a una possibile incarcerazione”.
Saviano, dal canto suo, ha affermato davanti al giudice monocratico di Roma: “Ritengo il comportamento di Giorgia Meloni un’intimidazione. Oggi sono qui senza Michela Murgia, che mi è sempre stata accanto”. “Pur nell’assurdità di essere portato a giudizio dal presidente del Consiglio per averla criticata, non c’è onore più grande che può essere dato a uno scrittore che vedere le proprie parole mettere paura a un potere tanto menzognero”, ha aggiunto Saviano. “Quando un giorno ci si chiederà come è stato possibile lasciar annegare tutte queste persone in mare il mio nome non sarà tra quelli dei complici.” E ancora: “Davvero stiamo accettando che il potere politico pretenda che il potere giudiziario delimiti il perimetro nel quale può muoversi uno scrittore? È così difficile notare la sproporzione tra chi ha il potere politico e chi ha solo le proprie parole? Sono abituato a pagare un prezzo per ogni parola. Impedire il dissenso significa colpire a morte il cuore pulsante della democrazia”, ha aggiunto.
TG 20.00 del 12 ottobre 2023
la Paranza di Saviano
Telegiornale 12.02.2019, 20:00
Un anno di presidenza Meloni
Telegiornale 25.09.2023, 20:58