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Myanmar, la droga dietro il golpe?

La lotta del Parlamento ha messo i bastoni tra le ruote agli affari controllati da gruppi paramilitari, appoggiati dalla giunta. Il Paese è il maggiore produttore di metanfetamine

  • 6 febbraio 2021, 22:42
  • 22 novembre, 17:39
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Il traffico di droga in Myanmar

Telegiornale 06.02.2021, 21:00

Di: Mattia Pacella 

È tra le strade del nord del Myanmar, nel cosiddetto triangolo d’oro al confine con Laos e Thailandia, che si possono ritrovare le radici profonde del golpe della giunta militare di sei giorni fa. A dirlo al TG è Federico Varese, criminologo dell’Università di Oxford ed esperto di organizzazioni criminali, nonché autore del libro “Mafia globale”. E l’oro in questo caso non è nient’altro che la droga.

Capitale delle droghe sintetiche

Un business che nel Paese vale 40 miliardi di dollari. Il Myanmar è infatti il più grande produttore di droghe sintetiche al mondo e il secondo di eroina (da qui proviene il 45% di quella del globo). Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato. “Questo colpo di Stato blocca i tentativi di riforma della legge contro la droga. Il Parlamento (dove il partito di Aung San Suu Kyi è il più rappresentato) aveva fatto una consultazione con esperti mondiali, e anche con le Nazioni Unite, per riformare l’approccio alla droga nel Paese - spiega ancora Varese – a un certo punto i militari hanno detto basta, c’è un limite a quanto il parlamento può fare”.

L’oppio di Orwell

Da sempre il Mynamar, l'ex Birmania, è un produttore di Oppio. Proprio nella colonia inglese nel 1934 visse il figlio di un ex funzionario britannico e tra i campi di papaveri trasse spunto per scrivere il libro “Giorni in Birmania”. Quel figlio non era nient’altro che George Orwell. Ieri, come oggi quindi la storia birmana è un intreccio tra droga e potere.

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