Si è conclusa l’inchiesta sul naufragio di Cutro, avvenuto nel febbraio del 2023, che causò la morte di 98 migranti, di cui 35 bambini. Secondo gli inquirenti, la tragedia poteva essere evitata. Sotto accusa quattro finanzieri e due militari della Guardia Costiera, i reati ipotizzati a carico dei sei indagati sono naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
Naufragio di Cutro, chiusa l'inchiesta
Telegiornale 23.07.2024, 12:30
Diversi livelli di responsabilità sono emersi nell’inchiesta sul naufragio, con maggiori colpe attribuite alla Guardia di Finanza. Quella notte, informò la Guardia Costiera che un loro mezzo attendeva il barchino con i migranti a una qualche miglia dalla costa, condizioni del mare permettendo. In realtà, il mezzo stava rientrando in porto. Dall’indagine è emerso inoltre che i diari di bordo furono falsificati.
Gli inquirenti sostengono che il naufragio poteva essere evitato se fosse stato dichiarato l’evento Sar, attivando l’intervento obbligatorio della Guardia Costiera, che non intervenne nonostante le condizioni meteo proibitive.
Un altro capitolo dell’indagine riguarda i ritardi nei soccorsi a terra. Anche in questo caso, nonostante molti sapessero dell’imminente arrivo del barcone carico di migranti, le operazioni di salvataggio furono tardive.
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La tragedia fu una conseguenza di una serie di errori di comunicazione e di valutazione. Alla fine, il barcone rimase solo in balia delle onde. Gli scafisti scambiarono le torce agitate dai pescatori per segnali delle forze dell’ordine e, virando bruscamente, indirizzarono l’imbarcazione verso la secca.