Il 25 aprile 2015 il Nepal veniva colpito da un devastante sisma che, con le repliche continuate fino al 12 maggio, causò la morte di 22'000 persone e il ferimento di altre 22'000, distrusse 600'000 abitazioni e migliaia di edifici scolastici e toccò otto milioni di abitanti, un quarto della popolazione. A cinque anni di distanza, la Catena della Solidarietà ha tracciato in un comunicato diffuso giovedì il bilancio del suo intervento, concentrato nel distretto di Sindhupalchok a nord di Katmandu: dei 32,5 milioni di franchi raccolti, 28,8 sono già stati spesi per gli aiuti immediati (circa un quarto della somma) e per ricostruire 3'246 case e 61 scuole, ma anche infrastrutture per l'irrigazione e l'acqua potabile.
Fondi sono stati investiti nella formazione di muratori e carpentieri e anche in pagamenti diretti alle famiglie. La parte ancora in cassa servirà a finanziare la prevenzione di future catastrofi.
Per l'occasione, la Catena ha affidato a una società indipendente una valutazione del suo operato: sono stati interpellati 1'500 beneficiari a caso e i tassi di soddisfazione vanno dal 76% fra i proprietari di abitazioni al 99% fra gli allievi degli istituti scolastici rimessi in piedi. L'83% pensa che i contributi economici siano andati effettivamente alle famiglie più bisognose.
Nepal, 5 anni dal terremoto
Telegiornale 25.04.2020, 14:30