“E’ il momento della verità: vincere o cessare di esistere”: così Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione dopo una riunione del gabinetto di guerra. Il premier israeliano ha detto che il conflitto sarà lungo e duro, ma che il Paese ha il sostegno della comunità internazionale e che si tratta di una lotta tra il bene e il male. Ai giornalisti che gli chiedevano se anche lui non abbia responsabilità per il conflitto, ha replicato che se ne parlerà dopo la guerra.
In una Gaza praticamente tagliata fuori dal resto del mondo, l’esercito israeliano ha compiuto da venerdì sera una serie di raid aerei e incursioni terrestri che segnano - per stessa ammissione delle forze di sicurezza - l’avvio di una nuova fase del conflitto. Le operazioni hanno permesso di colpire oltre centocinquanta obbiettivi nemici, in gran parte sotterranei. Il capo delle operazioni aeree di Hamas, Asem Abu Rakaba, uno dei principali responsabili dell’attacco del 7 ottobre che ha organizzato l’impiego di parapendii motorizzati, è stato ucciso. L’esercito israeliano ha nuovamente chiesto ai civili di spostarsi verso il sud della striscia.
Raid aereo israeliano sulla striscia di Gaza
Gli attacchi hanno preso di mira anche gli ospedali di Al Quds e Al Shifa; quest’ultimo secondo gli israeliani viene usato da Hamas come scudo per il proprio quartier generale, un’accusa che il gruppo respinge. Dal lato israeliano della barriera di confine si sono viste esplosioni, edifici in fiamme e colonne di fumo. Sono pochi i giornalisti nella striscia, ancora meno quelli in grado di comunicare. Chi ci riesce racconta di una situazione particolarmente drammatica. L’esercito israeliano ha tra l’altro indicato di non poter garantire l’incolumità della stampa.
Anche le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite o l’OMS hanno problemi di collegamento con il proprio staff sul campo. In messaggio audio su Twitter un rappresentante del CICR, William Schomburg, ha parlato di medici che continuano a lavorare 24 ore su 24 nonostante siano essi stessi colpiti da tragedie personali.
Le brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas affermano intanto di avere respinto con successo l’assalto degli israeliani a Beit Hanoun e Al Bureij. Altri razzi lanciati dalla striscia sono caduti su Israele, mentre nuovi scambi di fuoco sono avvenuti anche lungo il confine con il Libano, descritti come i più seri dal 2006. Un tiro di mortaio è caduto anche sul muro della base che ospita il quartier generale dell’UNIFIL, la forza di pace ONU.
Da Gerusalemme Michele Giorgio
Telegiornale 28.10.2023, 12:42
Reazioni internazionali
Partecipando a Istanbul a un raduno di sostegno alla Palestina che ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato l’occidente di essere “il principale colpevole dei massacri di Gaza”, ad eccezione di poche coscienze che hanno fatto sentire la loro voce.
Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha messo in guardia dalle conseguenze di una offensiva di terra israeliana e in particolare dalla prospettiva di una ondata di due milioni di profughi palestinesi. “Sarebbe una catastrofe che nessuno potrebbe risolvere per decenni, se non per secoli”. In una intervista all’agenzia stampa bielorussa Belta, Lavrov ha chiesto che ci sia una tregua per consentire il massaggio di aiuti umanitari.
Anche le Nazioni Unite e l’Unione europea sono tornate a reclamare una pausa nelle ostilità per consentire il passaggio di aiuti.
Hamas vuole scambiare gli ostaggi con prigioneri palestinesi
Hamas ha chiesto il rilascio di tutti i detenuti palestinesi dalle carceri israeliane come contropartita per liberare gli ostaggi. Lo ha scritto su Telegram il portavoce dell’organizzazione, Abu Obeida, aggiungendo che vi erano stati contatti per un accordo sul rilascio, ma che Israele ha temporeggiato. Il portavoce ha detto che i bombardamenti hanno ucciso fin ora 50 prigionieri. Israele ha liquidato le dichiarazioni come “terrorismo psicologico”.
Il ministro della difesa israeliano Gallant ha detto che riceverà domenica una delegazione di familiari degli ostaggi preoccupati per la sorte dei loro cari dopo l’escalation delle ultime ore. Non tutti però criticano la risposta del governo: tra i familiari c’è anche chi ritiene che l’operazione militare sia l’unica speranza di liberare le persone sequestrate.
Bombardamenti senza precedenti a Gaza
Telegiornale 28.10.2023, 12:42