di Bruno Boccaletti*
Non è possibile leggere il viaggio di Papa Francesco in Africa senza riferirsi, per noi europei, ai recenti tragici fatti di Parigi. E all'idea che si sta facendo strada, a poco a poco, nelle nostre società: l'Islam ha un ruolo centrale in questa violenza cieca, nel Corano ritroviamo parole di guerra, prese alla lettera da chi - in nome della sua visione particolare del testo sacro - assalta i concerti e gli stadi frequentati da innocenti turisti.
Papa Francesco avrebbe avuto tutto il diritto di riprendere questa linea, visitando tre Paesi - Kenya, Uganda, Repubblica centrafricana - cui l'odio fondamentalista crescente di matrice islamica sta mettendo a repentaglio la convivenza civile. Eppure il Papa delle periferie in questi giorni non ha mai associato direttamente Islam e violenza, anzi ha detto cose scomode, per chi non vuole andare alla radice di quanto oggi accade. La violenza e il terrorismo - ha ricordato salutando al suo arrivo a Nairobi le autorità del Kenya - si alimentano con la paura, la sfiducia, la disperazione che nascono dalla povertà e dalla frustrazione. È la chiave di lettura che Bergoglio sta sottolineando in questi primi anni di pontificato: la povertà è radice di ingiustizia, di degrado economico, della distruzione della natura. La battaglia contro l'estremismo e il terrorismo non può dunque che partire dalla lotta alla povertà.
Le religioni hanno un compito, ha detto, sempre in Kenya: servire un Dio di pace. E non usare il suo nome per giustificare odio e violenza.
La Chiesa cattolica - con il Papa sudamericano - sta mettendo i poveri al centro di un faticoso processo di riforma interna. Lo si è visto sabato quando il Papa ha eletto un'oscura capitale africana, Bangui, a prima tappa del Giubileo, con l'apertura della Porta santa. La Chiesa accusata in passato di stare dalla parte dei ricchi sta faticosamente cercando di cambiare pelle. Il viaggio di Bergoglio in Africa è un nuovo tassello sulla strada di questo cambiamento, che ha ancora un lungo cammino davanti a sé.
*responsabile della cultura religiosa per la RSI