Sono cinque i morti accertati e otto i dispersi tra i turisti presenti sull'isola neozelandese di White Island, durante l’eruzione avvenuta lunedì. Le persone soccorse sono state 31, molte ustionate, mentre per quanto concerne coloro che mancano all’appello, la polizia ha affermato che non c'è più nulla da fare.
"Non ci sono segni di vita sull'isola" - hanno riferito le autorità – "Un elicottero della polizia e un aereo militare hanno effettuato voli di ricognizione, ma in base alle informazioni che abbiamo, non crediamo ci sia alcun sopravvissuto".
La polizia ha aperto un'inchiesta sull'accaduto. Intanto, sui media locali infuria la polemica: "Perché c'erano i turisti sull'isola?", titolano in molti, ricordando che quello di White Island è considerato il vulcano più pericoloso della Nuova Zelanda.
Il 18 novembre, l'agenzia geologica nazionale (GeoNet) aveva innalzato per giunta a due il livello di allerta, segnalando l'inizio di una possibile nuova fase eruttiva.
Inoltre, la scorsa settimana GeoNet aveva reso noto di poter certificare l'avvio di una fase con una probabilità di eruzioni più alta della norma.
"Compete ai tour operator decidere come e se interrompere le escursioni sull'isola", ha affermato un portavoce della stessa agenzia. White Hall, chiamata Whakaari ovvero "il drammatico vulcano" dagli abitanti del luogo, attira ogni anno 10’000 turisti. L'escursione costa oltre duecento dollari e il volantino pubblicitario è chiaro: "I visitatori devono essere consapevoli che c'è sempre un rischio di eruzione a prescindere dal livello di allerta".
Nuova Zelanda, il bilancio si aggrava
Telegiornale 10.12.2019, 13:30